Squadra che vince non si cambia. Uno dei motti più celebri del mondo dello sport, e non solo, verrà seguito domani sera anche da Stefano Pioli. Per il big match del Gewiss Stadium contro l’Atalanta, il tecnico rossonero dovrebbe confermare 10/11 della formazione che ha sconfitto l’Udinese all’esordio, con il solo cambio Tonali-Krunic. Ecco dunque che, come evidenzia l’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport, si accomoderanno con ogni probabilità in panchina Charles De Ketelaere e Divock Origi, come una settimana fa a San Siro, ma la permanenza a bordo campo non durerà troppo a lungo: la variante belga può colpire in corsa e far saltare il banco di un match che negli ultimi tempi ha vissuto spesso sul filo dell’equilibrio.
De Ketelaere ha cominciato con il piede giusto: il suo sinistro ha deliziato San Siro e i segnali lanciati dal 21enne belga all’esordio in Serie A convergono tutti verso la stessa direzione: Charles è un progetto di campione che sembra fatto apposta per decollare sulla pista del Milan, è solo questione di tempo. E di continuità, ovviamente. Contro l’Udinese Pioli lo ha inserito nella posizione che Maldini e Massara gli hanno appiccicato addosso nel momento in cui si sono innamorati di lui: trequartista alle spalle del centravanti, con compiti di assistenza ai compagni e licenza di tiro. De Ketelaere ha risposto con un filtrante da PlayStation per Giroud e ha riempito la prestazione dei movimenti giusti: dribbling e avanzate a testa alta come ci si aspetta da un dieci, certo, ma anche arretramenti a sostegno dei centrocampisti. Un’altra staffetta con Brahim Diaz, insomma, sembra il sentiero ideale per immettere nelle gambe altri minuti da “italiano”, ma sulle mappe di Pioli c’è anche un’altra strada. In queste prime settimane di lavoro, infatti, De Ketelaere è stato provato anche sulla destra, perché quel mancino può inventare pure stringendo dall’esterno verso il centro: De Ketelaere ha una certa confidenza con il mestiere, avendo giocato da quelle parti in Belgio, e all’occorrenza è pronto a muoversi così.
Il momento di celebrità vissuto a San Siro con l’Udinese, invece, a Origi non può certo bastare: quei sei minuti di passerella gli hanno permesso di rompere il ghiaccio e godersi i primi applausi dei nuovi tifosi, ma non rispecchiano i piani dell’allenatore per il suo nuovo attaccante. Perché la verità è che in una manciata di allenamenti in gruppo l’ex Liverpool ha già convinto Pioli, che adesso studia il dosaggio giusto per inserire Divock nell’impianto rossonero: di Origi piacciono il senso tattico e il movimento continuo lì davanti, qualità che permetteranno al belga di proporsi come una risorsa preziosa e non come un doppione di Giroud o di Rebic. La condizione fisica – e la conoscenza della materia Milan – al momento premiano i compagni. L’arte del gol dalla panchina, invece, sorride a Origi: in 73 ingressi in corsa con il Liverpool in Premier League, è andato a bersaglio 11 volte. Visti i piani di Pioli, le occasioni per cambiare abitudini e aumentare il bottino anche da titolare non mancheranno.
