Le amichevoli di questa pausa avevano allarmato l’ambiente, perché la costante è stato sopratutto un approccio non dei migliori, aspetto che in genere pregiudica ogni prestazione, indipendentemente dall’avversario.

Inoltre nelle ultime giornate prima della sosta il Milan non aveva brillato – pur restando la seconda forza del campionato – e le cause che a suo tempo avevamo provato ad analizzare erano ovviamente diverse. Ciò che saltava all’occhio era innanzitutto una compattezza non più costante come lo scorso anno.

In rosa al momento manca un giocatore alla Franck Kessie. Lo sapevamo ad agosto e dopo una ventina di partite abbiamo solo conferme. Questo aspetto cambia completamente il modo di difendere della squadra e incide sulle prestazioni dei singoli.

Uno dei calciatori che forse ha pagato di più il nuovo assetto è stato Fikayo Tomori. Alcuni errori e qualche leggerezza hanno messo sotto la lente d’ingrandimento il suo operato e la mancata convocazione per il Mondiale ha in qualche modo certificato un rendimento sotto le aspettative.

Sicuramente non sarà stato semplice per Fikayo accettare di non partecipare a Qatar 2022. Nell’intervista che abbiamo ripreso in questi giorni, abbiamo avuto ulteriore testimonianza che Fik sia molto attaccato ai colori rossoneri e il modo in cui ha ripercorso le ultime partite prima del tricolore e la festa Scudetto, fanno capire quanto ci tenga.

La sensazione è che sia pronto a riscattarsi. Salerno è stato un segnale in questa direzione. Il Diavolo ha bisogno del miglior Tomori se vuole ambire a qualcosa di importante. Può diventare un vero leader, in campo e fuori. È un ragazzo intelligente e non nasconde quanto sia ispirato da Ibra, Kjær e non ultimo Maldini. Noi non possiamo che sostenerlo, sperando che ritrovi la solidità della scorsa stagione.