Uno dagli USA, l’altro dall’Arabia Saudita. Milan e Inter è il derby degli opposti anche per quel che riguarda le proprietà. Da una parte Gerry Cardinale, dall’altra Steven Zhang: realtà diverse, origini diverse e ovviamente gestioni diverse di quelli che sono i due club milanesi. L’approfondimento odierno della Gazzetta dello Sport riguarda proprio loro.
Il numero uno di RedBird Capital Partners vivrà la Supercoppa italiana dai suoi uffici a New York, quando l’orologio segnerà le ore 14, con la maglia rossonera numero 10. La sua assenza a Riyad era già cosa nota, come lo è la sua presenza a San Siro il 14 febbraio per Milan-Tottenham, andata degli ottavi di finale di Champions League. Come sua abitudine, non decide in prima persona ma delega. In questo caso le figure di riferimento in Arabia Saudita sono Paolo Maldini, Frederic Massara e l’amministratore delegato Giorgio Furlani.
L’Arabia Saudita è un territorio strategico per il club rossonero che, nella macro-regione Medio Oriente e Nord Africa, è stata la squadra italiana più seguita del 2021-22, come racconta oggi la Rosea. Una media di 546mila spettatori, con il picco di 2 milioni raggiunto per Sassuolo-Milan. Una ricerca Nielsen racconta di come la compagine rossonera abbia in Arabia circa 7 milioni di sostenitori.
Sull’altra sponda del Naviglio, o per meglio dire nell’altra parte del mondo, la Cina, la famiglia Zhang cerca di reggere l’urto dei problemi economici e nella figura del figlio Steven, presidente nerazzurro, segue la squadra in ogni dove. A Riyad lui ci sarà perché è partito con Inzaghi e i suoi ragazzi da Milano alla volta dell’Asia. Sarà il suo primo derby che vale un trofeo e come Cardinale ha un obiettivo: conquistarlo.