La conclusione della telenovela – riportata da Il Giorno – , che ha visto come protagonista Gianni Rivera e i suoi cimeli esposti nel museo di San Siro, è arrivata. La Cassazione ha dato torto all’ex campione del Milan, con le seguenti motivazioni: “Far rivivere ai tifosi la gloria dei campioni del passato, posto che i più giovani non conoscono la maggior parte di quei campioni per diretta esperienza, e dunque la mostra serve a farglieli conoscere indirettamente”.
Rivera riteneva “abusiva l’utilizzazione della propria immagine perché fatta senza il suo consenso e a scopo di lucro“. Inizialmente – in primo grado – il Tribunale Civile di Milano ha dato ragione all’ex stella, condannando la società M-I Stadio ad un risarcimento di 200mila euro. Ma in Appello le cose hanno preso tutt’altra piega e il giudizio è stato ribaltato. Così Rivera non si arrende e si rivolge alla cassazione che lo induce a preparare sei motivi di ricorso.
Tra questi sei motivi viene sottolineato quanto questo museo sia fatto a scopo di lucro, considerando il costo del biglietto (7 euro). Niente, il giudice ritiene che “l’esposizione non sia strumentale a pubblicizzare altre attività della società“, e i leggendari cimeli di Gianni Rivera non si sposteranno da li.