Stefano Pioli, ormai dal 2019 sulla panchina rossonera, vorrebbe non andare mai via dal Milan. Il club con la quale ha vinto il suo primo scudetto (che si è anche tatuato) e che tanti record gli ha fatto superare. Arrivare a più di 230 partite da allenatore del Milan, e superare una leggenda come Arrigo Sacchi, non è certamente da tutti.
Come scrive questa mattina il Tuttosport, però, i risultati della prima metà di campionato però, hanno messo a serio rischio la sua permanenza: quinta sconfitta di fila al derby (5-1), uscita ai gironi di Champions League, obbiettivo seconda stella sfumato. La sua panchina non ha mai traballato come a dicembre, ma da li in poi tutto è cambiato: in questi 4 mesi il Milan è tornato ad avere continuità, e adesso viaggia con una media che sarebbe potuta essere da scudetto.
Ma la sua permanenza è anche dettata da altri fattori: il rinnovo di contratto. Già, perché l’attuale scadenza è segnata a giugno 2025, solo un anno rimanente, cosa strana per un allenatore. In Serie A, almeno tra le big, difficilmente si lascia arrivare il proprio allenatore ad un anno dalla scadenza contrattuale, se si vuole continuare con lui. Ovvio è però, che i risultati di questo finale di stagione saranno determinanti per capire sul da farsi. Un’Europa League da conquistare, e Inter e Juventus da battere in campionato…