L’estate per la proprietà e per la dirigenza sarà un periodo di forti pressioni. Inevitabile dopo la scorsa dove hanno optato per rivoltare come un calzino roster giocatori e organigramma direttivo, e ancora di più ora dopo l’esito della stagione appena passata e la scelta non ancora ufficiale ma già contestata di Fonseca.
L’altra sponda del naviglio invece, nonostante il cambio di proprietà per inadempienza, sta vivendo l’onda lunga del successo dello scudetto, col rinnovo del capitano. Di questo pomeriggio la notizia del prolungamento del contratto di Lautaro Martinez, con conseguente adeguamento di ingaggio a 9 milioni netti più bonus.
Non dissimile sarà il percorso di Nicolò Barella, anche lui verso un prolungamento fino al 2029, con ritocco al rialzo naturalmente. In questo caso pare senza grande pressing da parte del procuratore e quindi con un’attenzione mediatica differente.
Intanto sul piatto a Casa Milan ci sono i rinnovi da trattare di Theo Hernandez e Mike Maignan. A livello tecnico, di carisma e di grado, parliamo di giocatore equiparabili a Lautaro e Barella. Hernandez poi dal punto di vista tecnico tattico se possibile il più importante, sul campo la sua presenza è determinante. Anche sul piano emotivo per l’ambiente e per la tifoseria sarebbe un segnale necessario in questo preciso momento storico.
Mike, dal canto suo, non ha vissuto la sua miglior annata e ha bisogno dell’europeo forse per rilanciarsi, ma la sua importanza in un contesto di leadership non è mai stata in discussione. Anzi, con il congedo di Giroud e Kjær è stato naturale per entrambi identificare in Maignan uno dei cardini del Milan del futuro prossimo.
La palla passa al club. Sia il portiere che il terzino hanno dato disponibilità al rinnovo. Proponendo cifre alte ma non irraggiungibili. Possibile si attesteranno sullo stipendio di Leao o di poco sopra. D’altra parte è corretto che questi tre prendano un compenso diverso dal resto della rosa.
Ciò che forse ferisce maggiormente i tifosi è aver il dubbio che la società possa contemplare l’idea di metterli sul mercato o di poter accettare offerte folli. Anche solo non essere certi che la proprietà non farà di tutto per trattenerli segna una linea di demarcazione tra ciò che è stato il Milan e quel che potrebbe essere. Un’insicurezza anche comunicativa che indebolisce e indispone. Si spera che il caldo possa portare consiglio.