Una punta atipica. Un esterno con la strada sbarrata. La situazione di Noah Okafor tra Milan e Nazionale è sempre più ingarbugliata. Un giocatore pieno di talento che quando viene chiamato in causa lo fa vedere. Ma forse non basta. O comunque non è abbastanza. Poche le chance in rossonero e in patria, sia a partita in corso che da titolare.
L’europeo non è iniziato nel migliore dei modi. Su 270 minuti a disposizione non è subentrato nemmeno una volta, collezionando uno zero alla voce presenze che fa riflettere.
A riflettere sarà anche il Milan, quest’estate, sul futuro del numero 17. Se da tenere come alternativa – a chi poi lo si deciderà – oppure se farlo partire (a detta di tanti, sacrilegio). Eppure le statistiche in rossonero, al netto delle gare giocate da titolare – solo 6 su 28 -, non sono affatto male, anzi. Sei i gol e due gli assist, con cinque reti segnate da subentrato (record in Serie A) e tante partite risolte al Milan.
Esterno sinistro come alternativa a Leao, all’occorrenza seconda punta, e centravanti atipico che si muove senza dare punti di riferimento. Questi i suoi ruoli, forse un po’ troppi per darne uno definitivo e per creargli quella carta d’identità che a molti allenatori serve ancor prima di visionare e vedere giocare un attaccante.
E in Nazionale? Con la Svizzera si riflette il poco minutaggio avuto al Milan. Il CT Yakin è stato chiaro: “Per un attaccante è importante giocare – ha detto – ed il suo scarso minutaggio non è certamente ottimale. Non lo vedo come numero 9 spalle alla porta. Dà il suo meglio quanto parte dall’esterno e si accentra”. Di esterni però, nel suo 3-4-2-1, non se ne vedono. Al posto di qualche trequartista potrebbe quantomeno subentrare ma probabilmente c’è qualcosa in più. Qualcosa che magari non sappiamo. Dall’atteggiamento al feeling, forse mai sbocciato tra i due. E dunque Noah in tre partite all’europeo non ha giocato neppure un minuto.
Chissà che con Fonseca le cose non possano cambiare. Chissà che la famosa terza punta dopo il nuovo acquisto e la conferma di Jovic non sia proprio il “fratellino”, così lo chiamano, di Leao. Dal portoghese ha ereditato numero e stile, qualche statistica e basta così. Adesso serve aumentare lo status. Prima al Milan e poi in Nazionale. Ma Noah Okafor rimane e rimarrà sempre un giocatore importante. Per tutti.