Il Milan inizia a far intravedere qualcosa. L’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport analizza i primi passi del nuovo Diavolo di Paulo Fonseca. Per il momento i rossoneri hanno cercato di mettere in pratica i movimenti e gli schemi provati nei primi giorni di lavoro a Milanello, ma obiettivamente il Diavolo attuale è una squadra incompleta perché mancano troppi titolari e soprattutto perché, eccezion fatta per Morata, altri giocatori non sono ancora arrivati. Con i nuovi innesti aumenterà la qualità della squadra, ma, fermo restando i principi cardine del calcio del portoghese, ci sarà anche la possibilità di apportare variazioni al tema tattico.
La base di partenza resterà il 4-2-3-1 già utilizzato lo scorso anno da Pioli. Con Fonseca l’interpretazione sarà diversa ovvero più possesso e più copertura alla luce di una fase d’impostazione con più uomini che garantirà maggiore attenzione e permetterà, nei piani del tecnico ex Lilla, di subire meno dei sessantanove gol messi al passivo nel ’23-’24. Pavlovic darà un contributo importante sui calci piazzati e, grazie alla sua aggressività, farà salire la linea a quattro. Fofana, invece, garantirà maggior filtro e farà aumentare l’incisività nel recupero del pallone.
Nel 4-2-3-1 “base” sul quale Fonseca lavora, il trequartista sarà Loftus-Cheek, ma nei tre dietro al centravanti prevede la possibilità di schierare un trequartista con più tecnica e meno centimetri, uno “alla Samardzic”, per intenderci. Altre varianti: la difesa a tre utilizzata a tratti da Fonseca nella sua esperienza alla Roma, al momento per il Milan non è un’opzione, piuttosto attenzione alla variante 4-3-3 che potrebbe essere la formula giusta per mixare gli esterni offensivi Pulisic e Leao con gli eventuali nuovi acquisti Fofana e Samardzic insieme a uno tra Loftus-Cheek e Reijders.