La Gazzetta dello Sport, in vista del derby guidato da Inzaghi e Fonseca, ha voluto fare un paragone la situazione vissuta dal primo tecnico e proiettarla sul secondo. In fondo anche l’allenatore dell’Inter è stato vicinissimo all’esonero nella primavera del 2023, quando il 15 aprile fu sconfitto in casa dal Monza: a quel punto il Biscione era quinto in campionato. Una vittoria tira l’altra e ora Simone è campione d’Italia. Il portoghese sogna un risultato simile, date le voci che tirano.
In seguito alle notti di Champions League contro Manchester City e Liverpool, il Milan ne è uscito a pezzi confrontandosi con l’Inter. Una è una squadra senza identità, l’altra ha fornito una prestazione autorevole contro una delle regine d’Europa. Fonseca vive una totale freddezza nel rapporto con la società, mentre Inzaghi si trova un gruppo unito in campo e negli uffici. In passato anche Sacchi è stato accolto non ottimamente dai giocatori, ma Berlusconi ci ha messo poco a incoraggiare le orecchie aperte. Ora chi ha preso questa scelta sembrerebbe quasi lavarsene le mani, irrigidendosi nonostante i sorrisi. Sì, si parla di Ibrahimovic.
Si possono dare delle colpe a Fonseca, perché a livello umano non ha mai connesso con la squadra. Se i nerazzurri corrono il triplo rispetto alle avversarie, molto si deve alla motivazione che dà Inzaghi. Pioli ai tempi è stato apprezzato per i valori che ha portato, con diversi ragazzi cresciuti sotto ai suoi consigli extra-calcio. Leao, leader nella testa del club, non ha dato tutto con il connazionale. E il mister si è tenuto le sue idee, evitando di esagerare con gli esperimenti. Ma ciò non ha portato molto lontano, e domenica potrebbe diventare seriamente l’ultimo giorno da milanista per l’ex Lille.