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Rosa corta e con poche alternative, è questa la vera preoccupazione del nuovo Milan di Fonseca

E, se il vero problema del Milan forse la rosa troppo corta? Dopo un mese e mezzo dall’inizio della stagione, un avvio alquanto disastroso ed una ripresa che lascia e lancia parecchi segnali di fiducia, anche se da confermare assolutamente nei prossimi impegni di campionato e coppa; uno di quelli che sembrava essenzialmente punto di forza dei rossoneri, si sta pian piano rivelando in una debolezza. E, così, a preoccupare, ora come ora, forse non è più la fase difensiva, la compattezza della squadra, oppure l’avvio deficitario in Champions League, tra le altre cose ampiamente previsto, visto il calendario, bensì la mancanza di alternative ai titolari. Il 442, o 424 che dir si voglia, adottato da Fonseca dal derby in poi, ha senza ombra di dubbio, almeno per ora, svoltato la stagione del Milan. La squadra propone calcio, è aggressiva, a tratti dominante ed è anche più compatta, con le tre linee che riescono a fare densità soprattutto nella zona centrale del campo. È ancora da correggere, invece, la fase difensiva sugli esterni dove continuano ad arrivare i maggiori pericoli delle avversarie, soprattutto con i cambi di campo, ma in tal senso, forse, sarà bene chiedere maggior sacrificio ai vari Leao e Pulisic, per accorciare prima sulle ali avversarie. Quel che risalta con questo nuovo modulo, oltre ai miglioramenti oggettivi, però, è che sia quello più adatto ai calciatori a disposizione, almeno ai più importanti, ma che, allo stesso tempo, funziona unicamente con quello che ormai è a tutti gli effetti l’undici titolare e, non appena si esce da questi, le difficoltà cominciano ad essere evidenti. 

Difesa e centrocampo, rosa quasi senza alternative

Milan: Strahinja Pavlovic, Fikayo Tomori, Tijjani Reijnders (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Strahinja Pavlovic, Fikayo Tomori, Tijjani Reijnders (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Loftus-Cheek, per esempio, non è un mediano nei due di centrocampo e non riesce nemmeno a garantire quello che garantisce Morata da raccordo tra centrocampo e attacco, così come non ci riesce Reijnders che è essenziale schierato al fianco di Fofana, per dare ordine, geometrie e qualità alla squadra. La rosa del Milan, quindi, si sta rivelando, purtroppo, corta di alternative che, in questo sistema, possano sostituire i titolari. In difesa, ormai, la situazione sembra consolidata, con la coppia Gabbia-Tomori sempre titolare, Pavlovic prima alternativa e forse una delle poche davvero affidabili dell’intera rosa e poi Thiaw, completamente sparito dai radar. I terzini sembrano essere un vero e proprio dramma, calcisticamente parlando. Al momento esiste il solo Theo Hernandez, comunque sempre alle prese con i suoi problemi di continuità, con partite in cui sembra il migliore al Mondo ed altre in cui fa errori davvero elementari e di poca concentrazione. Per il resto, il nulla. Calabria e Terracciano non sono ben visti dall’allenatore, Jimenez sembra più utile all’Under 23 che alla prima squadra ed Emerson Royal continua ad essere un mistero, ma soprattutto continuano ad esserlo i motivi per cui sono stati spesi 18 milioni per uno che non sa né difendere, né attaccare. A centrocampo l’unica coppia che funziona è quella formata da Fofana, che cresce di partita in partita e Reijnders. Oltre al loro il vuoto. Loftus-Cheek ormai è un problema. In due stagioni lo si ricorda per qualche gol in inserimento e la prestazione sontuosa contro il Paris Saint Germain, poi il nulla. Avrebbe il fisico, la tecnica e l’esperienza necessaria per essere un punto cardine ed invece troppo spesso si assenta, con l’aggravante che ancora non si è capito in quale posizione renda meglio, forse nell’unica che non esiste attualmente nel nostro centrocampo, ovvero la mezzala. Musah, dopo lo stato confusionale nel quale l’ha mandato Pioli nella scorsa stagione, che lo ha impiegato ovunque tranne che in porta, è diventato un oggetto misterioso e non vede più il campo. Ha grinta, ha spinta, ma il suo inquadramento ha livello tattico è ancora lontano ed è sparito dai radar di Fonseca.

Attacco incognita, la rosa va migliorata a gennaio

Milan: Luka Jovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Luka Jovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

In attacco la situazione non migliora. Jovic non è più un calciatore da tenere in considerazione, e Loftus non può fare quello che fa Morata. Il nuovo modulo, quindi, al momento, con l’attuale rosa, senza l’impiego simultaneo di Abraham e Morata, perde di efficacia e imprevedibilità. Sugli esterni Pulisic ha cominciato la stagione in maniera sontuosa, ma il suo sostituto, Chukwueze, continua a non convincere e sembra essere uno degli acquisti più sbagliati dell’intera gestione Cardinale, soprattutto in rapporto prezzo/qualità e rendimento. Male quando gioca dall’inizio, male quando entra, ma soprattutto non riesce mai a rendersi utile alla squadra. Dall’altra parte ecco Okafor che, forse, insieme a Pavlovic, è davvero l’unico dodicesimo affidabile. Secondo noi meriterebbe qualche minuto in più, o come vice Leao, o come alternativa ad una delle due punte, anche con questo nuovo modulo. Fonseca, però, esattamente come Pioli, continua a vederlo come un elemento marginale della rosa. La situazione del Milan attuale, insomma, è questa almeno fino a Gennaio, quando la società sarà chiamata ad intervenire, al di là del possibile rientro di un Bennacer su cui forse è meglio non fare più troppo affidamento. Questo sperando sempre che, nel frattempo, Fonseca possa e riesca a coinvolgere di più qualche giocatore o trovi la soluzione tattica giusta per uno di loro (Musah?), oppure, ancora, che qualcuno di loro si svegli e dia importanti segnali di crescita (Chukwueze?). Se si vuole essere competitivi sul serio e puntare a giocarsi qualcosa di importante, infatti, non si può farlo giocando sempre con lo stesso undici e/o sperando che gli infortuni abbiano definitivamente abbandonato quel di Milanello.

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