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Albertini: “Sacchi e Capello maestri. Ibra può ancora dare una mano. Il Milan per ripartire deve…”

L’ex calciatore rossonero Demetrio Albertini ha partecipato alla diretta di Carlo Pellegatti, raccontando un pò quelle che sono state le sue esperienze e le sue sensazioni vissute con la maglia del Milan:

GOL IMPORTANTI – “La punizione in semifinale contro il Moanco nel ’94 ricordo come una delle cose più importanti. Lo ricordo con grande piacere. Altro momento importante nella carriera con il Milan è stato anche il gol contro il Barcellona in quella partita finita 3-3. È stato un sussuluto di rivincita appena dopo l’Europeo. In quella gara ricordo anche di aver fatto molti tunnel, mi riusciva tutto facile, era un momento di grazia.”

ESORDIO – “Come dimenticare l’esordio? Arrigo mi disse di provare a scaldarmi e San Siro era avvolto nella nebbia. Quando mi ha chiamato per entrare mi ha dato le delucidazioni, e appena sono entrato andavo a duemila all’ora. Un tifoso mi disse che ne aveva visti tanti esordire ma tanti si sono persi. “

SUI GIOVANI – “Io sono un amante delle seconde squadre. Io cerco da dirigente oggi di immedesimarmi nel vissuto ma trasformato nel cambiamento. Da quando giocavo io le cose sono diverse: prima erano pochi gli stranieri, oggi invece ci sono prima gli stranieri e dopo qualche italiano. All’estero hanno esigenza di talenti, noi invece abbiamo bisogno di calciatori, ma l’esperienza la acquisisci dopo qualche anno. La differenza sta proprio nel fatto che oggi non si pensa al calciatore con esperienza ma il ragazzo di talento. Una volta c’era un percorso disegnato per i ragazzi, oggi non esiste un percorso.”

SULL’ADDIO AL MILAN – “Nella vita spesso si ricordano le cose negative e non quelle positive. Ancelotti è stato il mio maestro in campo. Se poi c’è stata una situazione gestita male quando lui era allenatore, in cui sono andato via, io sicuramente penso che ho sofferto ma non scorderò mai cos’è stato il Milan per me. Sarebbe una bestemmia pensare di tagliare i ponti solo per una situazione contro tutte le altre positive. “

SACCHI E CAPELLO – “Sacchi e Capello sono la sintesi della mia carriera. Sacchi mi ha preso da ragazzino e mi ha detto che avrei potuto divntare gioatore di calcio. Capello ha avuto il coraggio di mettermi titolare e darmi la responsabilità per poter fare bene. Mi hanno insegnato tante cose sotto il punto di vista della professionalità. Arrigo era quello che insegvava. Capello era quello che gestiva.”

MILAN DEGLI INVINCIBILI DI CAPELLO – “Il segreto di quel Milan sono stati il non accontentrsi mai ed il senso di appartenenza che era incredibile. In quel Milan la gente che arrivava vedeva un gruppo di gente che era cresciuta nel Milan. Chi arrivava, o si adattava o andava via. La forxa era il gruppo interno, i vari Baresi, Maldini, Ancelotti, Galli, Tassotti, Donadoni. Tutti dei maestri.”

COLPO DI TESTA ALLA JUVE – “Poche volte andavo sotto porta. La mattina della partita ho saputo di non giocare. Poi il pomeriggio mi è stato detto di giocare ed è incredibilmente capitato di segnare il mio unico gol di testa. “

LA VITTORIA DI ATENE – “La preparazione a quella partita è stata particolare. Il giorno della partita sui giornali c’era la fto di Chruiff della champions. Quando noi ci siamo trovati nel sottopassaggio, vedevamo gli spagnoli abbastanza “presuntuosi”. Poi abbiamo fatto una partita perfetta ed è stato bellissimo.”

MILAN ’95-’96 – “Quella era la squadra che <<butta la palla avanti e si arrangiano>>. C’era tanto talento davanti, è stato indescrivibile.”

SU ZACCHERONI – “Con lui è stato un momento importante, di svolta. Il primo anno è stato l’abbandono della vecchia guardia vera, è stato un cambio di generazione. Nel secondo anno si è aperta la libertà di circolazione con i parametri zero. Con Zaccheroni si stava costruendo qualcosa . Milan-Sampdoria è stata la scintilla, Ganz fa gol quasi per sbaglio e lì abbiamo capito che era un segnale per poter vincere.”

MILAN DI OGGI – “Per quanto riguarda il Milan e poter ripartire. È una situazione analoga al virus di oggi (ride ndr). Ci vuole un progetto sportivo deciso. Al momento sembra non ci sia una linea di progetto condivisa e comune. Bisogna essere preparati alle critiche,e bisogna credere a quello che si sceglie per poi portarlo avanti fino in fondo. Non essendo dentro il progetto non posso sapere cosa serva davvero. Penso ci sia bisogno di un allenatore che possa portare tutti ai propri limiti, un pò come sono stati sia Sacchi che Capello.”

SU IBRA – “Ibra potrebbe essere ancora importante e d’aiuto per tutti, anche per qualche nuovo eventuale attaccante. C’è stata anche l’ascesa di qualche giocatore importante grazie a lui.”

 

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