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Il “giovane” Bennacer parla già da leader: Rangnick gli affidi il centrocampo del nuovo Milan

Un’intervista forte, realizzata con la stessa grinta che di solito mette in campo. Parlando a Sportweek, Ismael Bennacer ha dimostrato anche con le parole – dopo averlo fatto con le prestazioni in campo negli ultimi mesi prima dello stop – di essere entrato a pieno nella mentalità Milan e di volerne diventare con tutto se stesso una pietra angolare. Un inizio di stagione non facile per lui, tra la necessità di adattarsi ad una realtà molto più grande della piccola “Empoli” ed una condizione fisica non al top causa Coppa D’Africa, peraltro vinta da protagonista. Ma Ismael, una volta che mister Pioli gli ha dato fiducia, non ha più lasciato la maglia da titolare, mostrandosi come uno dei giocatori più apprezzati dal popolo rossonero, seppure con qualche difetto da smussare.

La maturità di un veterano

Primo tra tutti, le troppe ammonizioni: “Sono troppo irruento. Certe ammonizioni le ho prese davvero per niente. È che sento l’importanza di questa maglia, a San Siro i tifosi spingono e tu vuoi aiutare di più la squadra, sempre di più. Voglio dare tutto, e quando vuoi dare tutto finisci che non pensi. Invece un calciatore deve sempre pensare, prima di fare”. Insomma, il problema e la sua soluzione. Una maturità di pensiero che si ritrova anche qualche dichiarazione più tardi: “Cosa ci è mancato quest’anno? La vittoria contro una grande. In campo dobbiamo essere uniti, ancora più compatti, dobbiamo morire uno per l’altro. Il calcio si gioca con la testa. Da solo, il talento non basta. È tutta una questione di testa”. Parole che si addirebbero ad un capitano di lungo corso, non ad un ventiduenne alla prima esperienza “vera” in una big, considerando che all’Arsenal giocò una sola partita in Coppa di Lega. Ma del resto si sa: nella vita, e nel calcio a maggior ragione, la personalità non per forza è proporzionale all’età.

Rangnick ne faccia un pilastro

Insomma, Bennacer parla già come un leader, ed è di uomini così che il Milan ha bisogno da qui in avanti. Per tirare fuori la barca rossonera dalla tempesta, servono calciatori di cuore, oltre che di testa e gambe. Si dice sempre che a qualunque allenatore piace avere nello spogliatoio giocatori di questo spirito. Siamo sicuri, anche a Ralf Rangnick. E se davvero, come sembra, il tedesco sarà il nuovo tecnico rossonero, ne faccia il perno intorno al quale costruire il nuovo centrocampo del Milan. Perchè Ismael ha capito cosa significa indossare la maglia del Milan e voler “aiutare di più la squadra, sempre di più”.

Twitter: Juan__DAv

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