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La disponibilità di Jack, Ibra e Biglia. Il volto del campo dei due Milan

Che i loro contratti non saranno rinnovati è cosa nota, il loro attaccamento alla causa anche. Dopo Giacomo Bonaventura, anche Zlatan Ibrahimovic e Lucas Biglia hanno fatto sapere alla società che concluderanno la stagione al Milan, estendendo fino ad agosto il termine del 30 giugno. Nessuno era obbligato a farlo e potevano benissimo scegliere di sfilarsi per prepararsi al meglio alle prossime sfide della loro carriera, ma i tre non hanno voluto lasciare Stefano Pioli e i compagni.

I due Milan

Emerge ancora di più la frattura interna. Il Milan ha chiaramente due volti, quello societario e quello di campo, e non si guardano. Ivan Gazidis porta avanti il suo ribaltone per il prossimo anno e ha già messo (quasi) tutti alla porta in attesa di una rivoluzione, non semplice però da compiere.

Dall’altra parte Pioli con professionalità ed eleganza sta macinando lavoro per concludere la stagione nel miglior modo possibile e cercando di riportare un trofeo a Casa Milan quasi quattro anni dopo l’ultima volta, una Coppa Italia che manca dal 2003. Bonaventura in questi anni si è sempre sentito cucito addosso il rossonero e il suo sudore sulla maglia non è mai mancato. Sfortunati, lui e il Milan, nei lunghi periodi di stop di Jack a gennaio 2017 e a ottobre 2018, perché l’uno beneficiava dell’altro in maniera totale.

Anche Biglia, che non ha giocato quasi mai quest’anno, non si è voluto tirare indietro. L’argentino è un professionista esemplare e, al netto della discussione con Franck Kessie lo scorso anno nel derby di ritorno, non è mai andato sopra le righe. Anzi, dopo quell’episodio si è subito scusato insieme al compagno, pubblicamente, ai microfoni in mixed zone di San Siro. In cinquanta giorni il Milan dovrà giocare dodici partite, tredici se ci fosse la finale di Coppa Italia, quindi c’è bisogno veramente di tutti. Specialmente se si considera che la rosa non è così profonda e che saranno permessi cinque cambi fino al termine della stagione.

Z factor

Poi c’è Ibra. Zlatan è un leone, ferito al momento, ma pur sempre un leone. Non si tira mai indietro nella battaglia e non lo fa nemmeno ora. Da inizio luglio, quando potrà tornare in campo, tornerà a dare il contributo alla causa. Anzi, la prenderà per mano. Come fatto da gennaio in poi quando è arrivato. Modulo e giocatori offensivi rivoluzionati e il Milan ne ha beneficiato cambiando il modo di interpretare la partita. Prima bisognava affidarsi solo alla costruzione, con lo svedese il lancio lungo è diventata un’arma. Ibra è il giocatore che vince più duelli aerei della Serie A, media di 5.4 a partita, e da quando c’è lui la percentuale di passaggi lunghi riusciti ai rossoneri è passata dal 53.2% al 57.4%.

Dovesse essere un finale di stagione esaltante, magari anche grazie a loro, le cose potrebbero anche cambiare. Sta di fatto che al momento il Milan di campo è sicuramente più coeso e volto all’obiettivo del Milan societario, che guarda solo il futuro. Scordandosi che c’è un presente da giocare.

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