HomePrimo PianoCostruzione, verticalità, riaggressione: Milan, ecco perché affidarsi a De Zerbi

Costruzione, verticalità, riaggressione: Milan, ecco perché affidarsi a De Zerbi

L’attesa, da tempo tramutata in frustrazione, pare essere agli sgoccioli. Ancora qualche giorno e Ibra&co sveleranno il nome del prossimo allenatore, pronto a raccogliere l’eredità di Stefano Pioli. Nel cerchio di nomi ormai sempre più ristretto risaltano in particolar modo Fonseca, ad oggi il più gettonato, e Roberto De Zerbi, le cui quotazioni sembrano in rialzo dopo l’addio al Brighton ed una clausola rescissoria che ora non spaventa più. Tra i due, la sensazione è che il più apprezzato sia proprio il tecnico bresciano che tanto bene ha fatto a Reggio Emilia e nell’avventura inglese. Roberto non ha mai nascosto il suo apprezzamento per il mondo Milan e questo è un punto a favore, di fronte ad una piazza che continua a far molto rumore. Ma come sarebbe il Milan con RDZ in panca?

De Zerbi in rossonero, fase di possesso

De Zerbi è considerato da molti, tra cui un non qualunque Pep Guardiola, un innovatore con dei principi tattici ben precisi. Uno di questi è senza dubbio il possesso palla. Il tecnico considera fondamentale aver il pallino del gioco per due ovvi motivi. Il primo, non lasciare modo all’avversario di offendere e indurlo a spendere maggiori energie fisiche. Il secondo, creare maggiori presupposti per segnare: “se hai tu il pallone hai molte più occasioni per segnare e vincere la partita, è matematico”. Lo sviluppo del gioco ha come origine, spesso e volentieri, la costruzione dal basso. Altro principio cardine. Come visto anche a Sassuolo, De Zerbi opta per una linea di costruzione a tre composta dai due centrali e un terzino che stringe, oppure un mediano che si abbassa a ricevere. Un po’ ciò che fanno Bennacer e Rejnders in numerose occasioni. In questo modo i terzini possono sganciarsi e offendere. In questo caso, è buona cosa aver un portiere abile con i piedi, come Mike Maignan. Se gli avversari optano per una pressione alta, la soluzione più ricercata è l’uscita tra le linee dietro ai centrocampisti avversari con i trequartisti, ciò che tanto bene fece Duricic e che potrebbe essere replicata più da Pulisic, molto tecnico, che da Loftus Cheek che ha altri qualità. Tutto rigorosamente palla a terra. Fondamentale poi la ricerca della superiorità numerica in tutte le zone del campo, specie sugli esterni con dribbling o tagli dietro ai terzini. Un fondamentale che potrebbe andar d’accordo con le caratteristiche di Leao e Chukwueze. Parlando poi di prima punta, anche durante l’avventura al Brighton si è potuto notare come De Zerbi prediliga un attaccante mobile, abile nell’attaccare lo spazio e non dare punti di riferimento. L’esempio perfetto è Joao Pedro, a cui vengono richiesti questi compiti. È poi importante, ovviamente, la qualità tecnica nel venire a legare il gioco e cercare combinazioni centrali per arrivare alla conclusione. Nel Milan la punta sarà il tema caldo del prossimo mese, ma questa descrizione rispecchia molto l’identikit dell’obbiettivo Zirkzee.

Brighton: Roberto De Zerbi - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Brighton: Roberto De Zerbi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

De Zerbi in rossonero, fase di non possesso

In fase di non possesso le richieste di De Zerbi son molto chiare: riconquistare velocemente il pallone. L’obiettivo è convincere i giocatori che è più efficace fare una corsa in avanti di pochi metri in (ri)aggressione del pallone che 50-60 indietro rincorrendo, perciò il calciatore più vicino al pallone appena perso andrà subito a riaggredire, mentre i compagni avranno il compito di chiudere le linee di passaggio per evitare ripartenze. Per fare ciò è importante avere una squadra con un’età media bassa. Tradotto: non dovrebbero esserci problemi. Andando sui singoli, Roberto ama aver a disposizione un mediano che nel suo 4-2-3-1 sia in grado di leggere in anticipo ed intercettare le manovre avversarie, una figura che sia in grado di fare filtro. Una figura che, agli occhi di tutti, è mancata in questa stagione e che dovrà essere trovata sul mercato. Per quanto concerne i centrali di difesa, vedi Dunk, le caratteristiche perfette sono velocità e fisicità. Il centrale di De Zerbi dev’essere abile nell’uno contro uno ed efficace nel gioco aereo, sia in fase difensiva che nell’area di rigore avversaria. Perfetto, dunque, Tomori per queste situazioni, mentre sorge qualche dubbio per gente come Thiaw, sicuramente meno dinamico del compagno. Analizzando un po’ tutti questi concetti, è chiaro come il tecnico ex Sassuolo possa trovare terreno fertile a Milanello, potendo seminare il suo calcio senza dover stravolgere sistema e singoli, ma rafforzando alcuni principi mettendo al centro le caratteristiche del singolo. Sarà realmente così? Appuntamento ai prossimi giorni.

Milan: Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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