Il Milan è uscito sconfitto per la seconda volta consecutiva in Champions League, questa volta per mano dei campioni di Germania del Bayer Leverkusen. Una squadra organizzata, talentuosa, forte e capace di chiudere i rossoneri soprattutto nei primi 55 minuti di gioco. Dal nostro punto di vista sono state tante e forse anche eccessive le critiche nei confronti del tecnico portoghese Paulo Fonseca e più in generale per un Milan troppo timido nel primo tempo e più coraggioso nel secondo.
Fonseca nelle dichiarazioni post-gara ha fatto intendere quanto sia importante leggere questa partita evitando di prendere come riferimento solo il risultato. Restano frustrazione, rammarico e rabbia ma non tutto è da buttare, anzi: “Sono ovviamente triste perché i giocatori meritavano un altro risultato, hanno giocato con grande coraggio, hanno creato diverse occasioni”, e ancora “Questa è stata la partita che mi è piaciuta di più da quando sono qui”. Perché al netto di una sconfitta che fa sempre male, il Milan, rispetto alla partita contro il Liverpool, ha dimostrato carattere, qualità, forza di reazione e voglia di riprendere il risultato. Fattore importantissimo e che alla lunga farà certamente la differenza, ovvero quello mentale.
Non sono dello stesso avviso a fine gara alcuni addetti ai lavori, come l’ex rossonero Zvonimir Boban che anzi, descrive la partita parlando di un Milan dominato per sessanta minuti e dalla quale c’è poco da salvare o da essere soddisfatti: “Non la vedo così rosea la partita: per un’ora il Milan ha solo difeso, ha giocato pochissimo. Per un’ora il Milan è stato dominato. Una partita strana, non penso che sia giusto definirla fenomenale, anche perché hai perso. Non è stata sfortuna, per un’ora il Milan non ha giocato a calcio”.
Diamo ragione a Boban dicendo che il Milan avrebbe dovuto approcciare in maniera diversa, seppur abbia giocato in uno stadio che poche volte nell’ultimo anno ha visto il Bayer soffrire così tanto, probabilmente. Forse schierare Reijnders come al solito in mediana per averlo in costruzione, o magari mettere mano alla panchina ancor prima: solo due cambi, uno al 62’ e l’altro all’80’.
Non diamo ragione a Boban e in generale al pensiero di alcuni media che parlando di un Milan poco coraggioso e aggressivo. Nella seconda parte di match, di fatto dal 51’ – ovvero dalla rete di Boniface – il Milan ha cambiato completamente volto, sfiorando il gol più volte. Un gol che avrebbe senz’altro portato ad opinioni differenti da quelle ascoltate nel post-gara. La verità è che, secondo la nostra lettura, bisogna analizzare il percorso di un Milan che in poche settimane si è completamente ribaltato: ci sono certezze difensive, qualità nel palleggio, tante occasioni e l’unione d’intenti. Dettagli che alle prime giornate sembravano così lontane dal mondo rossonero e da un gruppo che pareva smarrito.
La sconfitta pesa ma alla frase “Non la vedo così rosea la partita di stasera” noi diciamo no. Non è così. Il Milan è vivo e lo sta dimostrando attraverso una crescita esponenziale che forse alcuni, i più scettici, fanno finta di non vedere.
