Che Conceicao sarebbe rimasto sull’impostazione tattica del 4-2-3-1/4-3-3 o al massimo 4-4-2, non c’è mai stato alcun dubbio. Il suo modo di giocare richiede un buona struttura difensiva e un solido centrocampo, e il suo modulo più utilizzato è, per l’appunto, il 4-4-2. Ieri, nella sfida contro la Juventus (prima sua panchina da allenatore del Milan), si è presentato con un 4-3-3 interessante, ma che ha bisogno di tempo per rodare.

La prima cosa su cui certamente dovrà concentrarsi principalmente è sicuramente la tenuta difensiva, su cui Fonseca ha provato a concentrare anima e corpo, ma con dei risultati altalenanti: serve continuità, ma questo lo si ripete da 2 anni e mezzo. Nei 7 anni al Porto, Conceicao ha avuto delle buone risposte riguardo il reparto arretrato, i numeri d’altronde parlano per lui: nelle due stagioni più recenti i portoghesi hanno subito 82 gol in 105 partite ufficiali.

È chiaro che in Italia, se si vogliono fare due anni davvero al top in tutte le competizioni, 82 gol potrebbero risultare ugualmente tanti, ma anche il salto dal campionato portoghese a quello italiano è grande.

CONCEICAO VUOLE RISTABILIRE LE GERARCHIE?

Uno dei suoi primi obbiettivi, potrebbe essere quello di rivitalizzare Tomori, che con Fonseca  aveva iniziato a vedere il campo sempre meno, fino a diventare un nome molto discusso sul mercato. Per il momento però, l’inglese ha rifiutato lo spostamento, e vorrebbe riprendersi quel posto da titolare che è stato suo per tanto tempo.

La coppia Tomori–Thiaw, ieri si è comportata senz’altro bene, meritando un doppio 6,5 nelle nostre pagelle. Chi ne ha pagato le conseguenze è stato Gabbia, che – subentrato all’82’ per solidificare la linea difensiva e tenere la vittoria negli ultimi minuti di gara – ha comunque dato dimostrazione della sua continua crescita e del suo livello, fino a trovarsi all’ultimo secondo nel posto giusto al momento giusto (tiro di Gatti salvato di tacco).

E allora, Conceicao con i centrali di difesa che ha può stare tranquillo? Diciamo che da tutt’altro che la sensazione di uno che riesce a rimanere tranquillo anche quando potrebbe esserlo, quindi difficilmente si accontenterà. Probabilmente inizierà a lavorare anche con Pavlovic, anche lui arrivato per un bel bottino quest’estate, e poi messo da parte. Se così dovesse essere, che possa questo essere un modo per creare delle gerarchie? Prima la vecchia guardia e poi i nuovi? Troppo presto per dirlo.

È molto difficile, se non impossibile, basarsi su quanto visto in una sola partita (giocata tra l’altro a ridosso dell’esonero di Fonseca) per capire quali possano essere le sue idee e come le vuole portare in questa squadra. Ciò che sembra chiaro però, è che sia riuscito a tirar fuori quella rabbia dai giocatori, che il suo precedente non era riuscito a smuovere. L’inizio è interessante, ma quanto lavoro c’è da fare! Certo però che iniziare l’esperienza in un club come il Milan con subito la vittoria di un trofeo, non suonerebbe proprio malissimo.