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Ex Milan, Brocchi: “Nei giorni dell’euroderby c’era qualcosa di magico nell’aria. Ancelotti meraviglioso. Quando ho deciso di andar via…”

Nell’ultimo episodio del podcast proposto dal Milan e pubblicato parzialmente sui canali social, Unlocker Room, è intervenuto l’ex centrocampista rossonero Christian Brocchi parlando del passato in maglia Milan e dei gironi che hanno portato all’addio. Le parole:

Su Ancelotti: “Il mister era meraviglioso e te lo dice uno che non era un titolare inamovibile. Ho avuto un rapporto meraviglioso con lui, in sette anni solo un paio di volte c’è stato un periodo meno bello perché sentivo di meritare qualcosa in più. Lui si faceva voler bene da tutti, riusciva a farti sentire importanti. In un’intervista alle Iene disse che ero il giocatore più sottovalutato che avesse allenato: è un complimento enorme”.

Inzaghi: “Pippo non lo devi mai ascoltare prima di una partita, perché ha sempre qualche mezzo problema… Una volta la febbriciattola, una volta il mal di gola, ma la verità è che era affidabilissimo in queste partite perché sapevi che se c’era un rimpallo, una palla o un movimento da fare lui era pronto. Inzaghi me lo spiego in un’unica parola: passione. Lui sapeva dirti come si allacciavano le scarpe i difensori avversari, che tacchetti usavano, qual era lo sponsor, chi era più lento o veloce”.

I derby di Champions League nel 2003:Nella prima partita dell’euroderby c’era qualcosa nell’aria. Milanello era magico, anche i corridoi sembrava che ti dicessero qualcosa, se adesso ci ripenso mi viene la pelle d’oca. È stata una bella settimana, e ancora più bella rispetto alla sera prima della finale dove avremmo incontrato la Juventus per alzare la Champions. Era il primo euroderby, ti giocavi una finale di Champions League, per molti la prima. C’erano tante cose e lì c’era bisogno di quello che eravamo noi: gruppo, forza, personalità. Sono dei ricordi che ho ancora vivi in testa”.

La forza del gruppo: “La cosa bella che dico sempre di tutto il nostro Milan è che la vita ti porta a non poterti frequentare ma se ci dovessimo trovare tutti noi in questa stanza, cominceremo a parlare, ridere e scherzare come se ci fossimo visti ieri a Milanello”.

L’addio al Milan: “C’era la possibilità di andare la Lazio e volevo andare a vincere una coppa con una maglia diversa da quella del Milan. Perché sennò a fine carriera mi dicevano che avevo vinto tutte quelle coppe perché giocavo nel Milan. Ho chiamato Galliani per dirgli questa cosa, lui mi dice che se fosse stato per lui avrei potuto finire in rossonero la mia carriera. Quando ho deciso di andare via ho salutato i compagni e ho fatto un po’ il duro ma poi appena sono entrato in macchina ed esco da Milanello, ho iniziato a piangere e ho smesso di piangere una volta entrato a casa mia”.

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