Una nuova sfida, in una piazza importante, che però non è il Milan. Antonio Conte è stato presentato nei giorni scorsi a Napoli come nuovo tecnico partenopeo. Tanto l’entusiasmo dei napoletani, un po’ meno quello dei rossoneri che speravano fino all’ultimo nell’arrivo di Antonio.

La Gazzetta dello Sport prova ad ipotizzare – non andandoci poi così lontano – i motivi di questo amore mai nato tra Conte e il Milan che ha poco a che fare con questioni economiche bensì caratteriali. E la conferenza stampa dell’ex tecnico di Juventus e Inter ne è la prova principale. Una conferenza che è diventata un one man show con tanti “io” che hanno confermato, qualora ce ne fosse bisogno, qual è l’attitudine di Antonio Conte.

Un’attitudine da manager come l’aveva spiegata Zlatan Ibrahimovic in un’altra conferenza da one man show in cui annunciava ufficialmente Fonseca ed esplicava, poi non tanto in maniera velata, appunto la non scelta di Conte. Per il dopo Pioli il Milan cercava infatti una figura che non andasse sbattere contro i dettami della dirigenza e che fosse accondiscendente ma soprattutto collaborativa per lavorare all’interno di una squadra dirigenziale già formata.

Un coach e non un manager per dirla in termini internazionali. “Sì, sono un manager, voglio avere voce in capitolo e questo da altre parti può dare fastidio”, Conte stesso ha ribadito il concetto principale che ha portato il Milan verso altri lidi. E pensare che proprio Ibrahimovic, nei mesi scorsi, sembrava colui che potesse portare proprio Antonio Conte in rossonero in virtù di un’amicizia di vecchia data che però è rimasta tale. Due one man show differenti, ognuno a casa propria: questo è il motivo per cui il matrimonio Conte-Milan non si è mai fatto.