Non serviva la vigilia di Natale per capirlo ma la querelle Gerry Cardinale – Beppe Marotta ha fatto capire a tanti, se non a tutti, che dal punto di vista dei risultati sportivi – nulla da fare, sono quelli ciò che contano e che fanno felici i tifosi -, l’Inter è superiore al Milan. Un’ammissione che viene difficile da fare ma che in fondo è doverosa se si vuole guardare in faccia la realtà e che può servire, anzi deve servire, per cercare di dare una scossa ad un ambiente che sembra in una perenne fase di stallo. Una mediocrità, rimarcata anche dai tifosi con il mega striscione fuori da San Siro ed alla festa di Natale.
La sensazione, da parte di tutti, è che la situazione a molti piaccia così. E per i molti ovviamente intendiamo chi lavora il Milan dall’interno. La società, in parole spicciole. Bastano un po’ di conti in ordine per far felice chi c’è dietro la scrivania di Casa Milan. Il problema però è che, una società di calcio, non si gestisce né si amministra così. In ordine non deve esserci solo la scrivania ma anche il campo. Soprattutto il campo. E tra l’equilibrio delle due cose c’è una linea sottile che in pochi riescono a distinguere, rimarcare e far funzionare.
Il fulcro del discorso è che, ok i conti in ordine, ma anche vincere non sarebbe male. E spesso le due cose possono coesistere. Non è dunque tanto difficile tenere i conti in ordine ed essere ambiziosi insieme. E l’esempio dell’Inter potrebbe essere addirittura quello giusto. La società nerazzurra ha avuto tanti, tantissimi problemi fuori dal campo negli ultimi anni ma dentro alcune volte si aveva proprio la sensazione che non ce ne fosse per nessuno e tanti di quei problemi economici e societari sono stati risolti tramite i risultati di campo.
Il patron di RedBird, forse mosso dall’orgoglio, ha cercato di aggraziare i tifosi rossoneri parlando male dell’Inter ma ha ottenuto probabilmente l’effetto contrario, addirittura quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Il tifoso del Milan ha capito e compreso che forse la situazione dell’Inter non è poi così male, specie perché non è la prima volta che Marotta o chi per lui, parlando di Milan, tira in ballo le due stelle ed il ventesimo scudetto vinto proprio in casa rossonera. L’apoteosi per un tifoso che vive di passione e di amore per la propria squadra. Proprio sotto Natale. Il tempismo diciamo che non sembra il punto forte di Gerry. Perché se questa frase l’avesse detta qualche anno fa, ancora ancora qualcuno che poteva prenderlo sul serio lo avrebbe avuto, ma adesso proprio no. Ed il coro “devi vendere” risuona sempre più forte. Anche e soprattutto sotto Natale.