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GODbye: 4 giugno 2023 – 4 giugno 2024. È passato solo un anno dall’addio di Ibrahimovic e tutto sembra cambiato

Il 4 giugno 2023 Zlatan Ibrahimovic dava l’addio al calcio. Esattamente un anno fa il tappeto rosso di San Siro dopo Milan-Verona accoglieva un visibilmente emozionato Zlatan che salutava i tifosi con una promessa: “È il momento di salutare il calcio ma non voi, ci vedremo se siete fortunati“. E nemmeno sei mesi dopo ecco che Zlatan faceva ritorno al Milan, questa volta in dirigenza, per la felicità dei fortunati tifosi.

Ovviamente una felicità contenuta rispetto al ritorno in rossonero da giocatore, ma pur sempre felicità. Avere Zlatan in società, con il suo carisma, il suo carattere, ed anche il suo appeal, può sempre servire ed aiutare a crescere una squadra che di esperienza comincia ad averne ma non poi così tanta. Può sempre servire ad aiutare a crescere una società che di certo ha portato dopo anni il verde sulla scritta bilancio ma che, sul campo, ancora di strada da fare ne ha.

In teoria. Perché in pratica, la nuova avventura da dirigente di Zlatan Ibrahimovic doveva partire lo scorso dicembre ma ancora fa fatica a decollare.

Il saluto di Zlatan Ibrahimovic a San Siro - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Il saluto di Zlatan Ibrahimovic a San Siro – MilanPress, robe dell’altro diavolo

Un anno dopo tutto sembra cambiato

E forse anche per questo, 365 giorni dopo, quel saluto commosso – che nel frattempo San Siro ne ha vissuti altri tre con Pioli, Kjaer e Giroud – si è trasformato in una sorta di indifferenza, condita anche da qualche fischio. Proprio nella serata di addio del mister e dei due giocatori in occasione dell’ultima stagionale a San Siro, i tifosi hanno continuato a contestare la società addirittura fischiando Scaroni, Furlani, Moncada e, anche, Zlatan Ibrahimovic.

L’inquadratura sullo schermo dello stadio non ha lasciato spazio all’immaginazione, i fischi erano ad indirizzo della società. Una società accusata di non avere ambizioni, di non voler vincere, di non voler fare il salto di qualità. La scelta dell’allenatore, dapprima Lopetegui e adesso Fonseca, non è andata giù a gran parte del tifo rossonero che di certo si aspettava un nome di livello più alto e che in cuor suo sperava in quella vecchia amicizia tra Ibrahimovic e Antonio Conte che però sembra ormai promesso sposo del Napoli.

Già, durante tutta la primavera i tifosi sognavano l’ex Juventus e Inter sulla panchina del Milan e le voci di qualche contatto proprio con Ibra aveva mandato in estasi una piazza che da tempo chiede un grande allenatore. Ma proprio quell’Ibrahimovic che sembrava dovesse portare nomi forti e di livello, adesso sembra essersi assopito agli ordini di una dirigenza che non fa sconti a nessuno e che pare possa trascinare davvero tutti in un’orbita di mediocrità che i tifosi proprio non sopportano.

Una stasi nella quale anche Zlatan adesso ci è dentro con tutte le scarpe. E pensare che anche 365 giorni fa, quando tutto sembrava diverso, qualcosa rimaneva uguale. La voglia dei tifosi. Di vincere. Di fare il salto di qualità. “Società vogliamo il salto di qualità” recitava uno striscione a firma della Curva Sud. Un anno dopo ancora qui. Con un Milan diverso. Ma adesso nemmeno Zlatan sembra più quello di un tempo.

GODbye: il saluto di San Siro a Zlatan Ibrahimovic - MilanPress, robe dell'altro diavolo
GODbye: il saluto di San Siro a Zlatan Ibrahimovic – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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