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Lanzoni (speaker Milan): “La mia voce è del Milan. Il derby per me inizia il giorno in cui esce il calendario. Gaffe? Ne ricordo una con Berlusconi…”

Lo speaker del Milan a San Siro Germano Lanzoni, in occasione del derby, ha parlato al settimanale Sportweek. Queste le parole di Lanzoni, che domani non annuncerà giocando in casa l’Inter:

Su quanto inizia per lui una partita così: “Per me il derby inizia il giorno in cui esce il calendario. Perché io voglio bene alla Figc e alle tv, ma ormai non si sa più il giorno esatto delle partite, pensa che non riesco neanche a mettere giù le date per il tour teatrale”.

Se i tifosi lo fermano: “Posso dire che fare audio per gli altri ormai rappresenta la mia reale professione… Come dico sempre: la mia voce è del Milan, il mio volto è dell’Imbruttito, il mio corpo è di mia moglie e il portafogli è dello Stato, al quale pago le tasse per le cazzate che dico in un Paese in cui nessuno paga per le cazzate fatte. E comunque, sai cosa? Finché vogliono le foto e i video va tutto bene, il problema è quando smetteranno. A me chiedono audio per i matrimoni degli amici e sempre più la lettura delle formazioni per le partite di calcetto tra amici (è fighissimo il momento goliardico quando sul campetto parte “IIIIIllumina”), ma è capitato anche per qualche squadra di dilettanti”.

Se ha un aneddoto con Berlusconi: Io Berlusconi l’ho incontrato tre volte, ma una resterà epica. Trofeo Luigi Berlusconi, fine partita. Milan vince, Juve perde, ma nessuno mi aveva detto che da quell’edizione non era prevista la premiazione degli sconfitti. Infatti tutta la Juve va negli spogliatoi. Rimane il capitano, Legrottaglie. Nel frattempo arriva Silvio Berlusconi. Seedorf si mette a parlare con della gente e quindi non succede niente. A quel punto il presidente fa: ‘Ma non ce l’abbiamo uno speaker? Il gelo. Trovo la forza di dire: ‘Eccomi’. ‘E allora inizi’, va giù dritto lui. Chiamo sul palco Legrottaglie, più stranito di me. Sale, stretta di mano con Berlusconi. Tutti e due fanno una faccia come a dire: ma che cosa stiamo facendo? Poi mi urlano: ‘Non c’è il premio’. E allora un disperato guizzo al microfono, come quando lavoravo nei villaggi vacanze: ‘E come segno di gratitudine per la Juve, la stretta di mano del presidente. Ma ora passiamo al Milan vincitore…!'”.
Stadio Giuseppe Meazza in San Siro - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Stadio Giuseppe Meazza in San Siro – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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