Una questione di numeri, ma anche di percezioni. Partiamo da un dato di fatto: gli acquisti del Milan arrivati nella scorsa estate hanno dato un contribuito importantissimo nella stagione 2023/24. Logico, può dire qualcuno, dato che ben 8 di loro sono stati impiegati per almeno 8 partite (Sportiello arriva a quel numero, poi si sale vertiginosamente). Come mostrato dalla grafica pubblicata oggi sui nostri profili social, ben 60 dei 95 gol complessivi dei rossoneri in questa stagione sono stati viziati da un giocatore al suo primo anno.
Ciò detto, solo 24 di questi sono arrivati in situazioni più complicate, ovvero nei big match. Cosa intendiamo per big match? Nella nostra analisi abbiamo preso in considerazione le sfide alle prime dieci della classifica di Serie A, quelle in Champions League, in Europa League e in Coppa Italia (solo contro l’Atalanta). 24 reti in 29 partite, più nello specifico 24 reti racchiuse in 15 partite (in cui sono arrivate 10 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte). Sono 14 le gare che non hanno visto timbrare con un gol o un assist i nuovi arrivi: in queste si contano 3 vittorie, 4 pareggi e ben 7 sconfitte.
Cosa ci dicono questi numeri? A livello generale che l’impatto in termini realizzativi sia stato incredibile contro squadre di media-bassa classifica, mentre contro quelle di alta sia stato altalenante e in alcuni casi nullo. Entrando più nell’analisi, ci dice che negli scontri diretti è mancato tante volte l’apporto di quelli che giustamente sono stati elogiati anche da noi come grandi acquisti o comunque acquisti che hanno fornito un buon rendimento.
Le spiegazioni possono essere molteplici, a partire dalla stagione poco positiva vissuta dalla squadra di Stefano Pioli. Gli infortuni e la condizione fisica talvolta non ottimale sono un altro indicatore, così come lo scarso aiuto fornito di tanto in tanto da quelli che dovrebbero considerarsi i senatori o perlomeno i giocatori più esperti e in gruppo da più tempo. Senza dimenticarci, ovviamente, anche del periodo necessario di adattamento al nuovo Paese, al nuovo campionato, ai nuovi avversari (il caso Chukwueze insegna).
Tornando alle percezioni che abbiamo citato inizialmente, giocatori come Pulisic o Loftus-Cheek, alle migliori annate della loro carriera, hanno dato l’impressione in certi casi di scomparire all’interno di queste grandi sfide. Non è stato il caso della sfida contro il PSG in casa che non ha visto apporto realizzativo dai nuovi, ma lo è stato ad esempio nei derby o nella doppia sfida contro la Roma.
Nella negatività di quest’aspetto, emerge però anche uno spunto di riflessione positivo: un anno di esperienza alle spalle potrà aiutarli e potrà farli crescere quando tra qualche mese torneranno ad affrontare questo tipo di gare. Per questo c’è fiducia in quella che potrà essere la nuova annata del Milan, a prescindere da chi sarà il nuovo allenatore, perché calciatori che hanno già reso ad un livello eccellente potranno migliorare ed essere più incisivi anche in partite che quest’anno li hanno visti inoperosi o inefficaci.
Nel computo di un campionato certo che servono anche gare come quelle contro il Cagliari, ma lo step successivo per i vari Reijnders, Okafor, Loftus-Cheek, Pulisic, Chukwueze, Jovic e Musah sarà da fare in match dove il pallone pesa di più e la personalità del giocatore viene fuori, così come le sue qualità.
