Già finito l’effetto Conceiçao? Sicuramente è una supposizione che tutti noi abbiamo letto dopo l’amaro pareggio di San Siro, contro il Cagliari. Del resto, dopo la vittoria della Supercoppa a Riad, i piani dei tifosi rossoneri non prevedano un passo falso contro la terzultima forza del campionato. Un passo falso che, in qualche modo, ha risollevato qualche dubbio. Qual è il vero Milan? Quello spavaldo e determinato del derby o quello moscio e confusionario di Cagliari?
La risposta sta nel mezzo. Con l’arrivo della nuova guida tecnica c’è stata una scossa emotiva, che ha poi contribuito parecchio alla conquista del trofeo in Arabia Saudita, ma la realtà è anche che il lavoro da fare sul campo è ancora lungo. I rossoneri peccano su qualche aspetto. Ad esempio, l’approccio. Per ben tre delle ultime quattro gare, infatti, Maignan e compagni son andati sotto nel punteggio rischiando di compromettere il risultato finale.
Poi, però, ecco il famoso effetto Conceiçao. Nonostante le difficoltà ed un gioco che ancora fatica a decollare, la squadra ha sempre saputo restare in partita e trovare una soluzione, con molto pragmatismo. Cosa che in questa stagione non è mai accaduta, dal punto che i rossoneri non sono mai riusciti a ribaltare completamente il risultato da situazioni di svantaggio. Effetto che si è avvertito anche ieri a Como, quando una partita tutt’altro che semplice si è risolta con due guizzi nella ripresa.
Non sarà il miglior Milan degli ultimi anni, si è sicuramente lontani dall’idea di gioco che Sergio desidera, ma una certezza c’è: il carattere. E in vista di sabato, menomale. Perché allo Stadium, così come nelle ultime settimane, le assenze abbonderanno, ultime su tutte quelle di Morata (squalificato) e Thiaw (infortunato), con Pulisic anch’esso in dubbio. Sarà perciò un Milan rimaneggiato e incerottato, pronto a dare battaglia per rosicare altri punti nella corsa Champions. L’effetto Coinceiçao, dunque, è chiamato ancora a rispondere presente.