Ci si risveglia con un mal di testa forte e la voce rotta. I club italiani, TUTTI i club italiani, sono passati dalla terra promessa degli ottavi di Champions League a un turno sconcertante dei playoff. Dovevano essere in quattro a sognare, ce ne sarà solo una a portare orgoglio e lustro tricolore alla competizione UEFA. L’Inter c’è. L’Atalanta esce con il Club Brugge. La Juventus esce con il PSV Eindhoven. Il Milan con il Feyenoord. 

I media, nel giorno successivo all’eliminazione rossonera, parlano veramente di tanto, di tutto. Forse troppo. Giusto parlare della sciocchezza di Theo Hernandez, giusto parlare di come nei 180 minuti il merito degli olandesi è venuto fuori, giusto parlare dei soldi persi per strada e delle conseguenze per la panchina. Ma è giusto proiettare il Club intero con un commento per niente costruttivo in una dimensione parodistica di sé stesso?

Basta aprire qualche giornale o accendere la TV per trovare commenti simili. Dalla trasposizione circense della dirigenza come: “Cardinale era in America perché la partita si vede meglio, Ibrahimovic e Conceicao si vogliono bene ma non se lo dicono“. O anche al semplice tavolo del post serale dove, nonostante l’eliminazione dell’Atalanta, si stesse ancora parlando di Milan dando attenuanti ai bergamaschi e riducendo a sbeffeggi da bar i rossoneri. Tutto questo è avvelenare i pozzi. Punto.

Il Diavolo esce dalla Champions League perché a Zagabria e nello scontro doppio con il Feyenoord gli uomini che stanno in campo non hanno dato il loro massimo in partite dal coefficiente di difficoltà molto più basso. Ma è giusto screditare chi sta in alto perché, tanto chi se ne frega, è il Milan.

Andiamo a leggere altri commenti sull’eliminazione della Juventus. Si legge che i bianconeri: “Hanno fatto quello che hanno potuto“. Bene così, ma si va a casa comunque. Critiche alla società in questione? Zero. Eh…ma il progetto. Si dice del Milan che non parla davanti ai microfoni, che si nasconde. Dopo l’eliminazione meneghina, Ibrahimovic ha parlato e anche tanto, andando in contrasto con Boban su fattori che con l’eliminazione fresca fresca c’entrano poco. Della Vecchia Signora hanno parlato Locatelli e Thiago Motta. Ma la dirigenza?

Bruttissimo guardare in casa delle altre, ma andiamo con ordine:

• Juventus eliminata agli spareggi di Champions, come il Milan;

• Juventus ai quarti di finale di Coppa Italia (deve ancora giocare), Milan in semifinale;

• Juventus fuori in semifinale di Supercoppa Italiana, Milan campione;

• Juventus 46 punti in 25 partite, Milan 41 punti in 24.

Nessuno ce l’ha con qualcuno in particolare, tutti i media in questi giorni hanno in bocca i meneghini perché è, purtroppo, semplicemente più facile. Quando il milanista prenderà coscienza sulla disparità di trattamento della stampa sarà troppo tardi, perché piuttosto si preferisce fare fazioni interne tra RedBird sì e RedBird no. Mandando la questione rosson…scusate, volevo dire italiana, nel dimenticatoio. Comodo così.