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Fonseca e un Milan convincente, ma non completamente suo: la forza dell’adattamento delle idee

La conferenza stampa odierna di Paulo Fonseca è stata senza dubbio quella più ricca di spunti di riflessione dall’inizio della sua avventura al Milan. In un clima nuovamente sereno, non tanto per lui quanto per chi lo osservava, il tecnico portoghese ha risposto in maniera approfondita a qualsiasi tipo di domanda, mostrando la sua grande capacità dal punto di vista comunicativo, nonostante la barriera linguistica.

Dei temi toccati ce n’è uno in particolare che rappresenta un piccolo paradosso. Il Milan visto contro l’Inter è forse la squadra meno “sua” vista da inizio stagione. Meno “sua” per quale motivo? Sia per l’atteggiamento tattico senza palla che per quello offensivo con la palla.

Quanto siamo vicini al Milan che voglio? In percentuale non lo so, ma siamo lontani. Difensivamente mi aspettavo altro, ma dipende dalle caratteristiche. Offensivamente dobbiamo crescere e migliorare tanto“. Sono parole che dimostrano come Fonseca si sia adattato e si stia adattando alle qualità dei giocatori a disposizione che, con ogni probabilità, sotto un certo aspetto non gli permettono di esprimere al meglio la sua idea di calcio.

La sensazione è che, come mostrato nelle prime partite, il tecnico portoghese volesse adottare una linea difensiva particolarmente alta (lo spiegò bene nella conferenza stampa di presentazione) abbinata ad una prima pressione forte e un tentativo di riaggressione feroce ed immediata non appena perso il pallone. Viste le difficoltà della squadra ad adattarsi a questo stile di gioco spregiudicato, nel derby ha optato per un baricentro più basso e un approccio più “attendista” nel pressing sul portatore di palla avversario, portato dalla linea dei 4 (quella sì mantenuta) ad una certa altezza di campo e con le distanze giuste tra i reparti.

Dal punto di vista offensivo, invece, il difetto più grande dei suoi ragazzi è la scarsa concretezza sotto porta. Il che è un paradosso se pensiamo che il Milan ha il miglior attacco in Serie A con 11 gol e ne ha realizzato almeno uno in ogni gara da inizio annata. Negli occhi ci sono ancora le tante occasioni sbagliate dagli attaccanti (Leao, Abraham, Okafor) contro i nerazzurri che potevano creare un divario ben più ampio rispetto all’1-2 finale. Non è un caso che nel primo allenamento post Inter siano state svolte esercitazioni ad hoc 3 vs 2 per sviluppare la qualità nell’ultima scelta e nella conclusione dinanzi al portiere.

Cosa ci dice tutto questo? Innanzitutto che Paulo Fonseca è consapevole dei pregi e difetti della sua squadra e sta lavorando per migliorare, ma al contempo si adatta a ciò che richiede il momento. L’altro aspetto riguarda il potenziale a disposizione del tecnico portoghese e i margini di miglioramento ampii che ha il gruppo, sia in una fase che nell’altra. La parola d’ordine ora è continuità: solo con quella, a calma acquisita, si potrà crescere e rendere il Milan sempre più “suo”. Il Lecce è la prima tappa di questo percorso di consolidamento.

Milan: Paulo Fonseca, Mike Maignan (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Paulo Fonseca, Mike Maignan (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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