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MP RELIVE – Ibrahimovic: “Fonseca sarà il nuovo allenatore. Il nostro obiettivo è rafforzarci per vincere in Italia e in Europa”

Un giorno e un momento tanto atteso: Zlatan Ibrahimovic parla per la prima volta in veste ufficiale di dirigente (Senior Advisor di RedBird) dal giorno del suo terzo ritorno al Milan, questa volta non da giocatore.

L’appuntamento odierno a Milanello simboleggia la presentazione della stagione 2024/25, con lo svedese che interverrà in conferenza stampa e risponderà ai temi proposti dai media presenti. Come di consueto MilanPress.it vi propone la diretta testuale, sia sul nostro sito che sul nostro profilo X: segui l’evento live con noi!

CONFERENZA STAMPA ZLATAN IBRAHIMOVIC

Sul suo arrivo: “Dopo 6 mesi ho già i capelli grigi, si lavora. Dopo il ritiro ho avuto un’altra libertà, ho due figli che ho seguito poco e per qualche mese li ho seguiti di più. Poi mi è arrivata una chiamata da Furlani che mi ha chiesto di venire a Milanello e fare un saluto in amicizia. Siamo poi andati avanti, ho incontrato Gerry Cardinale e abbiamo parlato per qualche ora solo io e lui, in cui mi ha proposto di tornare al Milan ma da Operating Partner in RedBird. Io gli ho detto che sarei rientrato solo per un progetto vincente, perché io non accetto la sconfitta, e mi ha detto ‘Benvenuto’. Da lì siamo partiti”.

Su Cardinale: “Abbiamo parlato tanto prima di iniziare questa avventura, ho conosciuto la persona. Parliamo la stessa lingua, è un vincente. Ha una grossa ambizione di creare un progetto vincente per il presente e il futuro”.

Sul suo ruolo: “Il mio lavoro è semplice: lavoro per RedBird e in particolare per il Milan. Io supervisiono tutto, ma non è un ‘One man show’, tutti abbiamo un ruolo e funzioniamo come una squadra in campo”.

Sul prossimo step del Milan: “Il prossimo step è di rinforzare la squadra per essere competitivi per i nostri obiettivi, che sono trofei in Italia e in Europa. L’ambizione e gli obiettivi sono di giocare ogni anni per i trofei. Il Milan non vince, fa la storia, questo è quello che ci differenzia dagli altri. Chi entra nel Milan deve avere questa mentalità. Nessuno ha detto che siamo soddisfatti della scorsa stagione, siamo d’accordo con loro, dopo un campionato si fanno delle valutazioni e noi vogliamo migliorare”.

Su cosa lo rende ottimista: “Abbiamo un gruppo dirigente giovane e con tanta fame. Abbiamo la nostra strategia che stiamo seguendo, siamo fiduciosi in quello che facciamo, è tutto sotto controllo. Il futuro è positivo, noi lavoriamo per il Milan, noi per noi stessi. Se c’è silenzio non significa che non si lavora, ma il contrario. Quando c’è da parlare come oggi lo facciamo”.

Sul prossimo allenatore: “Prima di iniziare voglio ringraziare Pioli per quello che ha fatto per il Milan, rimarrà nella storia. Merita tutti i complimenti. Il prossimo allenatore sarà Paulo Fonseca: l’abbiamo studiato bene e rientra nei nostri criteri. L’abbiamo preso perché porti il suo gioco dominante, offensivo, volevamo portare qualcosa di nuovo alla squadra e a San Siro. Fonseca è l’uomo giusto per i giocatori che abbiamo, ci crediamo tanto”.

Sulla trattativa Zirzkee: “Se guardiamo un anno fa i miei colleghi hanno fatto un grande lavoro nel mettere le basi. Questo mercato sarà più sui dettagli. Uno dei ruoli da rinforzare è il numero 9. Zirkzee è forte e ha potenzialità, poi non mi piace paragonarmi. Ci sono differenze tra quello che si legge e la situazione reale. Gioca molto bene, viene dalla scuola olandese”.

Su come può tornare a vincere il Milan: “Con Gerry abbiamo le stesse ambizioni, non sarei tornato senza la giusta ambizione e il giusto progetto. Per la squadra servono sempre giocatori che creino concorrenza. Se sei favorito non significa che vincerai. L’obiettivo è ovviamente vincere, noi vogliamo creare una squadra competitiva. Poi non c’è garanzia, come nella vita. Per vincere comunque seguiamo la nostra strategia, non vogliamo mostrare i muscoli e stop”.

Sulla scelta dell’allenatore: “Sui giornali ogni giorni c’era un allenatore diverso. Perché c’è Fonseca e non Lopetegui? Alla fine Paulo era l’uomo più giusto per la squadra”.

Sul progetto Milan-Fonseca: “Quando abbiamo deciso di mandare via Pioli abbiamo scelto di pensare subito al futuro. Con Fonseca parliamo tutti i giorni, condividiamo le idee e le strategie. Lui ha i suoi desideri. La strategia è di migliorare la squadra e i singoli. Abbiamo anche il progetto Under 23, che per noi sarà molto importante. Noi vogliamo collegare l’U23 con la prima squadra e Fonseca è bravissimo coi giovani. La nostra responsabilità è mettere l’allenatore nella miglior condizione per fare bene”.

Su come si sente nel nuovo ruolo: “Non so quanti ex giocatori hanno avuto una possibilità come questa. Mi devo abituare che è diverso dall’essere calciatore, qui a volte devi essere più cattivo. C’è lavoro da fare, io posso dare la mia esperienza. Essere dirigente è diverso dall’essere calciatore, ho tanto da imparare e devo crescere ma ho anche tanto da dare. Ho ottimi colleghi che mi aiutano”.

Sui motivi della scelta di Fonseca e non Conte: “Prima abbiamo studiato il tipo di allenatore che volevamo, quando tra i nomi è uscito Fonseca abbiamo voluto conoscerlo. Ci ha convinto perché è molto ambizioso, ha voglia di lavorare e fare bene. Di Conte non abbiamo discusso, non rientrava nei criteri che ci eravamo dati”.

Se ha sofferto per la seconda stella dell’Inter: “Soffrire non lo so, non soffro mai. Mi ha caricato, mi ha dato la fame di fare di più. Il Milan non guarda le altre squadre, guarda se stesso. Soffrire mi sembra una parola per un perdente, io sono vincente e queste cose mi danno fame”.

Sulla riqualificazione di San Siro: “Stanno valutando le possibilità. Gerry vuole creare qualcosa di nuovo. L’idea dello stadio è geniale: i milanisti meritano uno stadio spettacolare e gli americani di spettacolo sono esperti”.

Sulle possibiltà dei big di restare: “Mike, Theo e Leao restano perché sono tra i piuù forti del mondo nel loro ruolo. Non abbiamo bisogno di vendere, loro sono felici, hanno un contratto e restano. Abbiamo la possibilità di migliorare grazie a RedBird senza vendere. Quest’anno dobbiamo migliorare nei dettagli. Non è un segreto che stiamo cercando un attaccante. Il mercato è giornaliero, ci sono tante chiamate da tutte le parti, prima di finalizzare un giocatore guardiamo ai profili, stiamo seguendo un processo che porti un giocatore che va bene per la squadra e migliora tutto”.

Sul rapporto coi procuratori: “Ho scelto di non parlare coi procuratori, io vengo dalla vecchia scuola, vedo tutto in bianco o nero, non ho il grigio. I miei colleghi hanno più pazienza e vedono il grigio”.

Sul perché non hanno preso un allenatore italiano e sui pochi giocatori italiani: “Non abbiamo preso Conte perché non è uscito come nome per i nostri parametri. Per noi era importante prendere un allenatore che migliorasse la squadra che abbiamo, in più c’è anche l’Under 23. Abbiamo giocatori internazionali e italiani, nella nostra lista ci sono giocatori italiani. Per me Gabbia doveva essere convocato in nazionale. Se poi mi volete raccomandare qualcuno ne parliamo”.

Se è d’accordo con la linea che si sta avendo con Zirkzee: “Quando si parla di trattative ognuno ha le proprie richieste, però deve essere ok anche per noi. E’ una trattativa, non beneficienza, dobbiamo agire con intelligenza e per il bene del club. Le voci sono lontane dalle realtà”.

Se vuole vincere la Champions che non ha vinto da giocatore: “Voglio vincere il più possibile. Quando sei al Milan hai la possibilità di vincere tutto. Voglio fare la differenza partendo da 0, non c’entra l’essere stato calciatore. Ovvio che voglio vincere la Champions, stiamo lavorando per fare la storia”.

Se le richieste da big di Theo e Maignan sono compatibili: “Nelle loro situazioni tutto è possibile. Le loro richieste vengono valutate e poi si decide. Individualmente possiamo fare uno stretch economicamente. Loro sono molto contenti, hanno fatto la storia con noi e devono continuare”.

Su come intendono migliorare con squadre che possono spendere di più: “Abbiamo una stretegia da seguire, nel migliorare sono le piccole cose a fare la differenza, è più facile fare un passo indietro che davanti. Noi vogliamo arrivare al top con le nostre modalità”.

Se ha parlato o parlerà con possibili investitori: “Fino ad ora non ci ho parlato, in futuro dipende da cosa mi chiederà Cardinale. RedBird è come me, non ha paura di una sfida”.

Ancora su Zirkzee: “Stiamo cercando un attaccante, ma non c’è un solo nome, c’è una lista. Con chiunque devo parlare faccia a faccia, devo capire se uno è pronto per il Milan”.

Ancora sul ruolo: “Io non sono un dipendente del Milan, ma della proprietà. Tanti ex giocatori quando entrano in società portano il loro ego, io invece so di ripartire da 0. Io penso che ognuno che ha un ruolo lo fa meglio di come lo farei io, per cui non entro nei ruoli che non mi competono”.

Sul perché non ha mai parlato prima: “Prima di tutto per parlare devo aver qualcosa da dire. So in Italia che si parla tanto davanti alla telecamera, ma non è il mio modo di lavorare. Sono appena entrato, prima di entrare nelle comunicazioni dirette ho studiato da lontano. Noi come i tifosi non siamo soddisfatti, i tifosi sono molto importanti per la squadra, sono la nostra forza”.

Su come spiega ad una proprietà americana il calcio italiano: “Gli americani acquisiscono esperienza vivendo le situazioni e capiscono meglio, per questo hanno persone vicine che conoscono il calcio italiano. C’è un mix tra americani e noi in Italia”.

Se lui interviene sul budget: “Tutte le entrate le reinvestiamo sulla prima squadra. Noi lavoriamo collaborando e decidendo qual è la cosa migliore per la squadra”.

Se pensano che Fonseca sia un top: “Per noi Fonseca è un top, se no non andava bene per il Milan. Ai tifosi dico che arriva un qualcosa di diverso, un calcio dominante e offensivo. Ci sarà un’altra energia”.

Su come vanno interpretati i suoi post social: “Non lo so, i social li uso in modi diversi, dovete interpretare voi”.

Se arriveranno anche giocatori di esperienza: “Questa è una cosa importante. Fonseca l’abbiamo scelto anche perché la squadra sarà giovane date le perdite di Kjaer e Giroud, per cui sarà importante avere un allenatore bravo coi giovani”.

Su quanto è lontano il Milan dai top club europei: “Vogliamo avere una stabilità in cui lottare coi top club in Europa, però tutto inizia in Italia. Abbiamo una squadra competitiva, ma vogliamo migliorare ancora”.

Su quale messaggio vuole dare ai tifosi scettici: “Il futuro è luminoso, finché sono qua. Faccio tutto per vincere”.

Su Camarda: “Camarda credo che sia più talentuoso di me a quell’età. Per noi è importante tenerlo, è il nostro futuro. La nostra responsabilità è proteggerlo e farlo migliorare per farlo diventare quello che pensiamo possa essere. Lui ha tante fame. Il Milan deve avere un settore giovanile forte e che crea profili da prima squadra, oggi succede troppo poco, per questo vogliamo aggiungere l’Under 23, che servirà a preparare i giovani al calcio degli adulti. Il Milan deve portare più talenti in prima squadra”.

Su come sta dopo l’addio della Svezia: “Mi è passata un po’ l’adrenalina, è stata una bella cosa. Con la Svezia abbiamo fatti grandi cose dentro e fuori dal campo, ora tocca a loro fare lo step. Li ringrazio molto per quello che hanno fatto, lo choc è stato minore dell’addio al Milan”.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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