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Zlatan Ibrahimovic, sei un dirigente o ancora un calciatore? La comunicazione e il personaggio restano gli stessi

Dopo una lunga assenza ai microfoni, Zlatan Ibrahimovic è tornato a parlare davanti ad un folto numero di giornalisti e soprattutto davanti a milioni di tifosi del Milan che attendevano questo momento da moltissimo tempo. L’obiettivo della conferenza dello svedese era quello di presentare la stagione che verrà indicandone gli obiettivi e al tempo stesso facendo chiarezza su quello che è il suo ruolo all’interno della società. Fino ad adesso, infatti, la figura da dirigente di Ibrahimovic ha navigato nell’ombra senza mai emergere in superficie e , per un personaggio come lui, è sembrato davvero tutto troppo strano.

Con questa conferenza lo svedese avrà quindi risposto ai dubbi di una tifoseria inqueta e parecchio sfiduciata dall’arrivo in panchina di Paulo Fonseca? Vediamolo insieme nell’analisi di alcune risposte “problematiche” a livello comunicativo.

Cosa vuoi portare di te all’interno del Milan?

Zlatan risponde sostenendo che dopo 6 mesi da dirigente gli sono già “venuti i capelli grigi”, sostenendo quindi come il lavoro non sia dei più agevoli e scontati. Aggiunge poi che, dopo aver passato del tempo con la famiglia, ha avuto la chiamata di Furlani e, parlando con Cardinale, ha compreso il suo progetto vincente.

Come si può evincere, Zlatan non ha mai risposto alla domanda postagli, ma da grande attaccante quale è stato l’ha dribblata fin da subito utilizzando una serie di parole chiave come “famiglia” e “progetto vincente”, termini banali e scontati che però rimandano al campo semantico della vittoria e che per questo danno l’idea di una risposta completa e ben argomentata, quando in realtà lo svedese ha parlato di tutt’altro fuorchè il tema della domanda.

In cosa consiste il tuo ruolo al Milan?

Ibra dice di essere “operating patner” di Redbird e di occuparsi del Milan. Sostiene poi di lavorare a stretto contatto con Furlani e Moncada e di essere presente a Milanello e casa Milan. Poi sposta l’attenzione dicendo che ognuno nel Milan ha il proprio ruolo, dove tutti fanno la loro parte. Ancora una volta la domanda viene raggirata in quanto Zlatan risponde semplicemente dicendo il nome del proprio ruolo senza però spiegare di cosa si occupa concretamente, se non limitandosi a dire di essere a contatto con la squadra e con i dirigenti.

Infine, sposta l’attenzione da se stesso alla società, chiarendo come ognuno abbia dei compiti ben precisi, proprio come in una squadra. Vediamo come Ibra abbia spostato il focus sul Milan senza di fatto essere entrato nel merito del proprio ruolo in società, se non in maniera molto vaga e pressapochista.

A che punto siete per Zirkzee? Ricorda te per le tue caratteristiche?

Zlatan conferma il bisogno di un numero 9 per completare il reparto, sostenendo come Zirkzee sia un ottimo giocatore che ha fatto una grande stagione. Per quanto riguarda il paragone con lui, dice di astenersi ma che, al tempo stesso, arriva dalla scuole olandese, sottolineando quindi una certa somiglianza tra i due. Chiaramente la conferma della trattativa non è arrivata da parte di Ibra, come nel più classico dei casi in queste situazioni di calciomercato. Delle due domande fatte alla fine Zlatan non ha risposto direttamente a nessuna delle due, se non in maniera molto velata riguardo al paragone con Zirkzee.

Quanto ti ha fatto soffrire il 20esimo Scudetto dell’Inter?

La contraddizione nella risposta di Zlatan è evidente con quanto detto precedentemente nella conferenza. Ibra, infatti, dice di non guardare ciò che accade fuori ma di pensare solo alla propria squadra. Il discorso potrebbe reggere se non fosse che proprio pochi minuti Zlatan prima abbia detto di voler vincere più trofei possibile, il che va a cozzare con quanto detto adesso. Se una persona vuole vincere tutto non può non interessarsi e quindi “soffrire” se qualcuno al posto suo raggiunge prima un’obiettivo.

Perché non avete scelto un allenatore italiano? E perché in squadra ce ne sono pochi?

Nel fornire questa risposta, Zlatan menzione per la seconda volta il progetto dell’under 23,   sottolineando però come il focus debba rimanere la prima squadra. Questa menzione, già fatta in precedenza, cozza con la richiesta della domanda e con l’intera risposta dello stesso Zlatan; sembra proprio essere una frase “tappabuchi” per dare una motivazione della scelta del nuovo mister, senza però avere un vero e proprio nesso logico.

Arriveranno anche giocatori di esperienza?

Ibra risponde dicendo che il prossimo anno la squadra sarà ancora più giovane, facendo quindi implicare che non verranno fatti acquisti di calciatori di una certa età, ma che si seguirà la linea dell’ultimo anno con calciatori relativamente giovani che magari hanno bisogno di un rilancio nella loro carriera. Ancora una volta la risposta di Zlatan è comunque ambigua, ma al tempo stesso indice del voler mantenere le cose in una zona grigia stessa sbilanciarsi troppo, dal momento che forse la stessa società non ha le idee chiare.

Quanto è lontano il Milan dai top club?

La sua risposta è di voler una squadra competitiva per migliorare ulteriormente. Di fatto il tema della domanda non viene nemmeno sfiorato, quasi come fosse già una risposta impacchettata e data in pasto alla stampa, per via anche della sua brevità.

Analisi: ciò che emerge dalla conferenza è proprio quello che probabilmente la società rossonera si era prefissata, ovvero far emergere il meno possibile. La figura di Zlatan si è dimostrata però ancora lontana da quella di un dirigente, sia a livello comunicativo ma anche espressivo. Chi sta ai piani alti non può continuamente spostare l’attenzione su di se e sulla sua figura, anche se lo stesso Milan ha probabilmente messo Zlatan in quella condizione, come un parafulmine davanti alla domande dei giornalisti.

Le imprecisioni comunicative di Ibra sono quindi frutto della sua inesperienza nel dialogo come dirigente o sono scelte comunicative studiate a priori? Come di usa dire di solito, la verità sta nel mezzo, ma è chiaro che al momento la figura di Zlatan in società, venga ampiamente sfruttata per il suo carisma, carisma però ancora legato al calcio giocato e non alla figura di dirigente.

Milan: Zlatan Ibrahimovic (Photo via AC Milan)
Milan: Zlatan Ibrahimovic (Photo via AC Milan)

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