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Milan e Napoli, due conferenze…ma tante differenze: un confronto tra Ibra e Conte

Dopo la conferenza del Milan tenuta da Ibrahimovic un paio di settimane fa a Milanello davanti ad un folto numero di giornalisti e gli occhi di Furlani e Moncada, 3 giorni fa si è tenuta la presentazione del nuovo allenatore partenopeo Antonio Conte, nome accostato più volte ai rossoneri e che, secondo alcuni addetto ai lavori, avrebbe rappresentato per molto tempo la prima scelta per la panchina.

Nonostante le due conferenze vedano due protagonisti con ruoli differenti, in quanto Ibrahimovic fa parte della dirigenza, mentre Conte è stato presentato come nuovo allenatore del Napoli, è possibile analizzare a livello comunicativo molte differenze tra i due che esprimono al tempo stesso le diverse vedute di due società, il Milan da una parte e il Napoli dall’altra.

La conferenza di Antonio Conte la si potrebbe da subito riassumere con il sostantivo “chiarezza“, cosa che invece non emerge ascoltando le parole di Zlatan in casa Milan. Alla prima domanda che riguarda l’identità che l’allenatore salentino vorrebbe dare al Napoli, Conte risponde dicendo di voler fare il proprio lavoro con serietà con l’obiettivo di rendere orgogliosi i tifosi del Napoli della propria squadra, indipendentemente dalle vittorie e dalle sconfitte; in tal senso, ribadisce la sua idea per cui, anche dopo una sconfitta, non si dovrà mai avere l’attenuante di non aver dato il massimo. Sono parole forti e chiare di una figura che ha già in mente l’imprinting che vuole dare ai suoi prossimi calciatori, provando a cambiare mentalità ad una squadra che la scorsa annata ha deluso su tutti i fronti.

Queste parole non sono emerse nella conferenza di Ibrahimovic, se non quella “voglia di vincere” recitata solo a parole ma poi smentita parlando di un progetto che abbia al centro i giovani e del fatto che, leggendolo tra le righe, in caso di offerte importanti anche i nostri calciatori migliori possono essere ceduti, in completa antitesi con l’idea di vittoria tanto conclamata e portata avanti, se pur solo a parole. Questo va nettamente in contrasto con le parole di Conte riguardo la permanenza di calciatori del calibro di Kvaratskhelia, ribadendo come la questione debba considerarsi chiusa da qua in futuro. La sicurezza con cui l’ex allenatore di Juve e Inter porta avanti le proprie idee fa davvero riflettere e rappresenta ciò che invece sponda Milan non si è visto, ovvero un Ibrahimovic che alle domande più “piccanti” ha dovuto aggirare il discorso ribadendo questo tanto agognata “voglia di vincere” che però rimane soltanto un concetto astratto gettato al vento se non supportato da argomentazioni che la possano confermare.

Non a caso Conte ha parlato anche del modulo che avrà il suo Napoli e della duttilità di certi calciatori che sfruttare al meglio. In questo modo ha dimostrato di avere già una certa chiarezza di come vuole giocare e al tempo stesso anche dei calciatori che si troverà davanti appena inizierà il raduno precampionato; non a caso, infatti, ha detto di aver chiamato ogni singolo giocatore per conoscerlo meglio e capire le idee e gli orientamenti di ciascuno di loro, concludendo come a Napoli ci siano “chiarezza e idee” e che si sa cosa fare per tornare competitivi.

Parole forti e convinte di una figura carismatica che vuole dare il proprio imprinting alla squadra con l’obiettivo di rivalsa rispetto alla passata stagione. Le parole di Ibrahimovic, invece, nonostante propongano sempre questo slogan del “vogliamo vincere”, non danno mai quella convinzioni di un progetto ambizioso poichè non sono supportate da argomentazioni chiare e concrete di ciò che riguarda il campo, i calciatori, la tattica e tutti gli altri elementi fondamentali in tal senso.

Una delle frasi probabilmente più emblematiche del nuovo tecnico del Napoli è sicuramente quella in cui sostiene come Napoli non debba più essere vista come una tappa di passaggio per un calciatore, ma come una meta e un punto di arrivo. Queste parole hanno scaldato il pubblico presente e sicuramente anche per chi le ha ascoltate a distanza fanno un certo effetto. In casa Milan, al contrario, la situazione sembra completamente opposta: il Milan ora non è visto come un punto di arrivo per un calciatore e le parole di Zlatan in conferenza velatamente lo fanno percepire.

Il fatto che la figura di Fonseca venga soltanto annunciata e mai approfondita nel corso della conferenza è indice comunque del fatto che si fatichi a dare chiarezza ai tifosi e su come si voglia interpretare la prossima stagione. Dall’altra parte, invece, Conte ribadisce di non essere tornato per fare “la statuina del presepe” ma di voler recitare un ruolo da protagonista in quanto ha poca pazienza di aspettare. Queste sono parole forti che rappresentano appieno la figura di Antonio Conte, una figura che, al di là dei risultati sportivi ottenuti sul campo, da subito ha le idee chiare, sia riguardo a ciò che vuole imprimere alle squadra e sia a livello tattico per come vorrà impostare il proprio lavoro.

Per concludere, è d’obbligo analizzare la “stoccata” di Conte alle parole di Ibrahimovic in cui egli si definisce un manager che vuole avere voce in capitolo, cosa che magari, riferendosi implicitamente al Milan, avrebbe potuto dare fastidio. Questo fa capire come il progetto rossonero voglia essere completamente nelle mani della società e che l’allenatore sia solo una figura di rappresentanza con l’obiettivo di assecondare i propri dirigenti; a Napoli, invece, Conte si propone come un vero e proprio comandante che vuole prendere le decisioni più importanti da se senza pareri esterni, promettendo di essere spontaneo e sincero con il Presidente, qualora ci fossero problemi da risolvere.

Abbiamo quindi, da un lato, la sicurezza della conferenza stampa di Conte e le idee di un allenatore che è venuto per ribaltare la situazione, mentre dall’altro un Ibrahimovic che fa promesse non accompagnate però da elementi che le giustifichino.
E’ chiaro che sarà poi il campo a valutare il lavoro dei rispettivi tecnici, ma certamente le premesse da una parte e dall’altra, almeno a parole, sono ben diverse.

Milan: Zlatan Ibrahimovic (Photo via AC Milan)
Milan: Zlatan Ibrahimovic (Photo via AC Milan)

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