Bene l’atteggiamento. Benissimo il risultato: per la vittoria che dà un po’ di respiro all’ambiente e alla classifica, per l’ampiezza del punteggio, per il non aver subito gol e per il fatto di aver messo la partita in ghiaccio dopo trenta minuti, facendo sì che gli altri sessanta non abbiano portato un grosso dispendio di energie in ottica Liverpool prima e Inter poi. Tuttavia, il Milan visto ieri sera a San Siro contro quella che probabilmente è la squadra più debole della Serie A è tutt’altro che guarito dai malanni che lo hanno afflitto in questo primo mese di stagione.
Anche contro i lagunari, infatti, la fase difensiva è stata tutt’altro che impeccabile e Oristanio e compagni nel primo hanno comunque creato qualche grattacapo alla difesa rossonera, mostrando una buona idea di gioco e andando alla conclusione in un paio di occasioni con la palla uscita di poco. Quello che preoccupa soprattutto i tifosi quando si guarda una partita del Milan è la facilità con cui tutte le squadre affrontate finora hanno trovato grande facilità nel saltare la prima pressione del Milan, quella, per intenderci, portata dal centravanti e dal trequartista.
Milan, vieni ancora saltato troppo facilmente: la fase difensiva urge di migliorie
Il Diavolo lascia agli avversari linee di passaggio troppo semplici, senza ostacolarle, e questo porta i giocatori dell’altra squadra ad arrivare con molta facilità ai confini dell’area rossonera: ieri sera, ad esempio, il centrale del Venezia Svoboda – che non è certo Pirlo in impostazione – ha comunque trovato spesso e volentieri il trequartista o i due esterni liberi di ricevere. Un aspetto, questo, che contro avversari del calibro e dell’esperienza di Szoboszlai, Salah, Luis Diaz, Gakpo, o contro il palleggiatori dell’Inter si rischia di pagare, ed anche severamente.
Sicuramente quando il Fofana apparso ieri ancora macchinoso ed imballato nelle gambe arriverà al top della condizione, sarà capace di creare un filtro più consistente, ma è proprio l’attitudine difensiva della squadra che deve cambiare al più presto. Speriamo, insomma, di non essere i soli ad aver notato che c’è ancora, eccome, qualcosa che non va, e che anche nella squadra e soprattutto sulla panchina ci sia la consapevolezza che bisogna fare molto più di così.