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L’assenza di un play basso limita le armi in possesso del Milan: tocca uscire dal labirinto

Applicare un calcio ambizioso con la variante di uscire dalla prima linea di pressione richiede uomini e tempo in allenamento. Potrebbe sembrare inopportuno analizzare la partita di Champions tra Milan e Liverpool, eppure i 90 minuti andati in scena a San Siro rappresentano un esempio lampante di come non dovrebbe essere applicato il concetto di uscita palla al piede.

L’infortunio di Bennacer, che ne avrà per 3-4 mesi, priva il Milan di una pedina importante per giocare il pallone con qualità. Proprio da questo incidente di percorso si arriva al dato di fatto più importante: Mike Maignan è il vero regista basso della squadra. Due volte ha cercato la verticalizzazione, prima su Calabria e poi su Loftus-Cheek, nessun altro interprete ha provato la soluzione apprezzata dal credo calcistico di Paulo Fonseca.

Da inizio stagione sono moltissime le occasioni concesse agli avversari e la fase difensiva continua a cercare delle sicurezze ancora troppo lontane. Potenziali palle gol nascono soprattutto da errori in fase d’impostazione dove Fofana sembra un calciatore più di contenimento, mentre Tomori e Pavlovic si limitano soltanto al passaggio elementare.

A questo punto chi sarebbe il giocatore con compiti maggiormente qualitativi? Tutti gli indizi porterebbero a Tijjani Reijnders, sospeso nell’incertezza del centrocampista o trequartista al fianco di Pulisic e Leao. Momentaneamente il Milan si ritrova ad affrontare un derby senza certezze e con il vuoto dentro.

Rafforzando il concetto precedentemente espresso, quanto sarebbe servito un giocatore alla Lobotka. Non proprio lui per intenderci, dato il suo ruolo chiave nel Napoli di Antonio Conte, ma un innesto dal piede raffinato in grado anche di contrastare le sortite offensive avversarie. Caratteristiche del genere permetterebbero alle squadre di operare cambiamenti a partita in corso ed essere camaleontiche.

Il Milan, facendo eccezione per Pulisic e forse Reijnders, non dispone di calciatori polivalenti in grado di cambiare il modulo a partita in corso o applicare una strategia differente se le situazioni lo richiedessero. Capita a fagiolo il match contro l’Inter, nessuno possiede la sfera magica e di conseguenza è difficile pronosticare l’andamento della gara di domenica prossima in campionato.

Poco corretto parlare di “mercato che farei” a quasi tre settimane dal gong finale, ma un altro elemento dalle tante potenzialità risponde al nome di Samuele Ricci del Torino. Se ne riparlerà a gennaio, così come bisognerà affrontare diverse sfide sulla scia di idee poco riuscite o appoggiate soltanto parzialmente. Sembra strano da dire dati i rumors di fine agosto su Bennacer, ma l’assenza prolungata dell’algerino limiterà ulteriormente le armi in possesso di questo Milan.

Tra un allenatore che intende proseguire sulle proprie idee e una società con dei progetti a lungo termine ancora non compresi del tutto (forse il 50%), le siepi del labirinto si fanno sempre più alte: più ci si addentra per trovare la via d’uscita e più ci si ingarbuglia.

Milan: Youssouf Fofana (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Youssouf Fofana (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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