La svolta di Paulo Fonseca come allenatore del Milan pare essere arrivata nel momento in cui il tecnico portoghese ha cambiato pelle al suo Milan: basta 4-2-3-1 “puro” e via ad una sorta di 4-2-4 che prevede il contemporaneo utilizzo di due punte di ruolo, Tammy Abraham e Alvaro Morata. Una disposizione che concede più spazio di manovra a Reijnders e Pulisic, grazie anche ai muscoli di Fofana. L’edizione questa mattina in edicola de Il Corriere dello Sport, però, solleva qualche dubbio relativamente alla possibilità, per Fonseca, di attuare un turnover – viste le tante partite ravvicinate – mantenendo la stessa configurazione. Oltre all’atavica mancanza di un vero vice-Theo Hernandez, il Milan non ha in rosa un sostituto di Fofana: Musah deve crescere ancora tanto per poter prendere le redini del centrocampo, mentre Bennacer lo rivedremo nel 2025 inoltrato.
In attacco la situazione è simile, perchè né Jovic né Okafor, che sarebbe anche la prima alternativa a Leao, possono garantire per caratteristiche tecnico-tattiche lo stesso lavoro di Abraham e di Morata. E a destra, per ora, Chukwueze non dà le stesse garanzie di Pulisic. Probabilmente, afferma il quotidiano romano, l’unico reparto in cui si può gestire con più tranquillità una rotazione degli uomini è quello difensivo, dove Gabbia, Tomori, Thiaw e Pavlovic sono sostanzialmente interscambiabili, a destra c’è il ballottaggio tra Calabria e Emerson Royal.