Yunus Musah inizia la seconda stagione con il Milan e vuole diventare una pedina importante anche per il nuovo allenatore. Il centrocampista americano ha rilasciato un’intervista al quotidiano The Athletic parlando della propria esperienza in campo e un passato fatto di tanti sacrifici.

“Credo di aver preso un po’ da mio padre, – dice Yunus parlando di suo padre Ibrahim, che ha lasciato il Ghana da giovane in cerca di una vita più sicura nel nord Italia. – È partito a 16 anni. Mi racconta storie su quel periodo. È molto ispirante. Ora abbiamo una vita fantastica in Europa. Quindi il merito va a lui, che ha passato tutto questo per portarci dove siamo, con molti meno soldi di quelli che abbiamo ora”.

“Queste storie parlano dei migranti. Ha dovuto fare tante cose. Doveva prendere la bici per andare al lavoro, due ore di distanza – sia all’andata che al ritorno – quindi quattro ore. Poi, man mano che è diventato più fortunato, è passato a una moto e infine a un’auto. Questo era prima che io nascessi“.

“Zlatan ha una presenza importante – dice Musah. – Viene a parlare con noi. È un grande mentore. Dice, ‘Siamo al Milan, dobbiamo vincere. Non è sufficiente vincere alcune partite e non altre. Tutti vogliono venire in questo club, quindi non abbiamo la garanzia di mantenere i nostri posti qui’. Cose del genere, ti tiene sempre sull’attenti”.

In questa stagione gli piacerebbe giocare tante partite, essere molto coinvolto, segnare gol. “Ogni stagione inizi con delle ambizioni e delle cose su cui vuoi migliorare. Voglio anche dei titoli”.

Il nazionale USA dichiara che che Fonseca lo ha già migliorato: “Sto imparando tanto, mi sta aiutando con la postura, nel ricevere il pallone, nelle connessioni con i centrali difensivi, aiutandomi a giocare con la palla tra i piedi”.

C’erano state delle speculazioni sul fatto che Musah potesse partire, ma lui chiude definitivamente la porta: “Mi vedo a Milano, il mister non mi ha cacciato (ride). Resterò qui per giocare tante partite ed essere davvero incisivo”.