Il Milan ha sempre preferito vincere con degli allenatori poco rinomati in precedenza. La scelta di Paulo Fonseca, secondo la Gazzetta dello Sport, ha senso con la tradizione rossonera: diversi tecnici sono diventati iconici nonostante la risposta contraria del pubblico all’inizio del rapporto.
Giuseppe Viani campione d’Italia 1956-57, poi diventato direttore tecnico ed estimatore di Nereo Rocco. Il Paron vince tutto con il Milan, ma all’inizio era “un semplice uomo di campagna che non parla nemmeno italiano“. Da una leggenda all’altra: Arrigo Sacchi fu una scommessa di Berlusconi, preso dal Parma in Serie B. Alla prima sconfitta con la Fiorentina pure van Basten ebbe dubbi su di lui. Poi si vince, e quanto si vince. E poi Capello, con quell’aria da dirigente e commentatore tv. Ormai l’esito è scontato.
Negli anni recenti tre campioni d’Italia arrivati con una bacheca magra. Alberto Zaccheroni al primo anno come Massimiliano Allegri, la scommessa di Cagliari. Infine, Stefano Pioli: “On Fire” solo sul campo, ma accolto dai #PioliOut. Paulo Fonseca può rassicurarsi. Parla la storia.