HomePrimo PianoCriticati in patria, leader all'estero: Morata al Milan come Beckham?

Criticati in patria, leader all’estero: Morata al Milan come Beckham?

Dopo tante settimane di attesa il Milan ora ha ottenuto il suo attaccante per la prossima stagione, anche se non si può parlare di numero 9 in quanto Alvaro Morata ha scelto la maglia numero 7, gentilmente concessagli da Yacine Adli, omaggiato per il gesto poi dallo stesso spagnolo sui social.

Come risaputo, il ruolo di centravanti è da sempre uno di quelli più difficili e criticati, dal momento che l’attaccante vive per il gol e un periodo meno proficuo di un altro porta inevitabilmente ad essere sommersi di critiche da parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. In questo approfondimento si vuole fare un parallelo tra Morata e un calciatore del passato che ha vestito la maglietta rossonera, ovvero David Beckham. In cosa sono simili i due? Entrambi poco benvoluti nella propria nazione, ma diventati leader all’estero.

Nello specifico, l’ex calciatore inglese, dopo la sconfitta e l’eliminazione dell’Inghilterra ai mondiali del 1998 con l’Argentina, partita in cui rimediò un cartellino rosso, fu preso di mira dalla propria nazione che iniziò ad odiarlo additandolo come il vero responsabile del fallimento della nazionale inglese, il capro espiatorio per aver lasciato la squadra in inferiorità numerica a causa della sua intemperanza in gara.

All’estero, però, Beckham ha sempre mostrato grande personalità e una forte leadership, caratteristica che si è subito vista al suo arrivo in rossonero nel 2009 alla corte di Carlo Ancelotti. L’inglese arrivava in un Milan che aveva da poco vinto la Champions League ed era quindi tra le squadre più importanti d’Europa. L’inglese ebbe comunque l’abilità di inserirsi in mezzo a tanti campioni e diventare preso un leader affermato di quella squadra, cosa che gli riuscì molto bene anche nelle altre sue esperienze estere.

In tal senso questa situazione può ricordare quella di Alvaro Morata, che in più interviste ha criticato pesantemente i proprio tifosi spagnoli sostenendo di non trovarsi più bene in patria, motivazione che di fatto lo ha spinto a lasciare l’Atletico Madrid e riapprodare in Italia con la casacca rossonera. Nonostante le critiche, Alvaro ha disputato un’ottima stagione a Madrid diventando alla fine campione d’Europa da capitano con la propria nazionale, titolo che certamente lo ha consacrato come leader all’interno di uno spogliatoio molto giovane come quello spagnolo.

Con l’addio di Giroud, al Milan serve una figura carismatica e lo status di leader che Morata ha assunto gli ultimi anni può fare sicuramente comodo a Fonseca e al resto della squadra, così come Beckham si seppe rendere utile in un Milan vincente e colmo di campioni.

Alvaro-Morata-Milan-MilanPress
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