Stefano Pioli ha parlato ai microfoni di Radio Serie A per la rubrica: “Storie di Serie A“. Queste le dichiarazioni più interessanti dell’ex Milan.
Nuova opportunità: “Appena ho lasciato il Milan ho avuto occasioni tra Italia e Francia, ma l’Arabia mi ha conquistato con motivazioni, anche economiche. Volevo provare qualcosa di diverso dopo 20 anni di Italia. Tornerò sicuramente. Mi è piaciuto per come mi hanno contattato, sono stati super professionali. Ho sempre scelto per le sensazioni che ho avuto nei colloqui. Nel calcio cambia tutto velocemente“.
Tra gli 8 allenatori che hanno lavorato con Inter e Milan: “Se mi avessero detto che avremmo fatto tutto quello che abbiamo fatto…Non mi sto guardando indietro, penso al futuro. Un giorno guarderò a quello che ho fatto, tra scudetto del Milan e le varie salvezze. E ora sono a Riyadh. Dentro un percorso ci sono tante situazioni negative, anche se pensi di lavorare con criterio e serietà. A volte ci sono alchimie perfette, altre volte i rapporti crollano velocemente“.
I suoi giocatori più utilizzati in carriera: “Theo e Leao hanno di speciale il fatto che siamo cresciuti insieme. Voglio un bene dell’anima, hanno un carattere solare, a volte un po’ indolenti. Sono due giocatori che possono condizionare la partita in positivo e in negativo. Rafa l’ho conosciuto molto giovane, Theo aveva già esperienza. Aiutarli non vuol dire coccolarli, ma dare bastone e carota. Mi sento il padre calcistico di tutti i giocatori che ho avuto. Per me e per il mio staff c’è l’obiettivo di chiedersi ‘quanti giocatori sono cresciuti con noi?’. Per migliorare il giocatore non c’è solo il campo, c’è anche altro“.
Chi non è riuscito a far crescere: “Credo che siano più i giocatori migliorati che altro. Adesso sulla bocca di tutti c’è De Ketelaere, ma penso che sia una situazione nata da vari episodi. Con Gasperini sta facendo grandi cose“.
Lo scudetto in versione ciclismo, la sua passione: “Mi piacerebbe dire che sia stato un Giro d’Italia, ma è stato un Tour De France. Tappe dure e montagne, anche in picchiata perché ho preso bastonate. Alla fine dei conti si può dire tutto e niente di un lavoro. È stato uno scudetto talmente inaspettato e bello da vivere che rimarrà sempre nel mio cuore. Non mi sono fermato lì, sono andato avanti. Ma rimane“.
Il lavoro sul mercato: “Con Ricky e Paolo davo sempre la mia valutazione, poi loro cercavano di chiudere il cerchio. Adesso si usa tanto chiamare prima i giocatori, e poche volte mi sono sbagliato. Dopo averlo conosciuto, dopo averci parlato, ho capito che le sensazioni sull’uomo si sono rivelate giuste“.
Litigare per la squadra: “Allenare significa discutere. Ho invitato i miei giocatori a esprimersi, per avere idee chiare e perché sul campo ci vanno loro. Ci sono stati conflitti. Sembro equilibrato, ma quando sono sul campo pretendo lavoro e per questo ci sono stati litigi. È per l’obiettivo comune del vincere, poi il giorno dopo si riparte da zero“.
Come commemorare lo scudetto: “Il tatuaggio è molto sentito, è stato naturale“.
Sempre rispettoso verso il Club: “Con il Milan non ho provato nessun rimpianto. Ho dato tutto e ho ricevuto tanto“.
Una dedica speciale: “Mia mamma è stata la prima persona che ho chiamato dopo lo scudetto con il Milan. Poi ho pensato a mio padre, ha vissuto sempre la mia carriera tra complimenti e critiche, subendo troppo. Avrebbe gioito tantissimo“.
Vietato ripetere la storia: “On Fire deve essere legato al Milan, Pioli è stato On Fire in quell’ambiente lì. Credo che quella collocazione sia giusta. Ora sono Bioli (ride, ndr.)“.
Su Reijnders: “Tijjani già lo conoscevo, di intelligenza e classe. Ha avuto tante occasioni per segnare, anche in allenamento, ma non concludeva. Il primo anno in Italia è sempre difficile. Reijnders è un campione“.
Su Pulisic: “Il primo colloquio di Pulisic è stato pieno di cose positive, era già focalizzato. Ha mentalità ed è stato un giocatore piacevole da allenare“.
Il cambio di allenatore: “Non devi sapere niente di quello che è successo prima. Devi essere te stesso e credere in quello che fai, non chiedere come si attaccava o difendeva prima. Conceicao ha consapevolezza e porterà il suo modo di porsi al Milan. È un ottimo allenatore, gli auguro il meglio“.
Su Leao: “Rafa è un ragazzo stupendo, molto sensibile e buono d’animo. Va stimolato e aiutato, ma quello che vedo è che nel calcio le critiche e gli elogi sono eccessivi. Vedo una crescita continua di Rafa. Non so se potrà vincere il Pallone d’Oro, ma gli ho detto che può farcela. Sarà sempre un giocatore così, crescendo e migliorando continuamente“.
Il prosieguo della sua carriera: “Nel 2035 continuerò ad allenare, credo che quando avrò 70 anni ci rivedremo“.