Una vita in movimento. Per Tommaso Pobega, centrocampista del Milan, l’ennesimo trasferimento è ormai dietro l’angolo. Non c’è spazio per lui nella rosa di Fonseca, e andar via è l’unica soluzione per poter continuare a crescere. L’affare con il Bologna è praticamente chiuso: prestito con diritto di riscatto fissato intorno ai 12 milioni di euro.

La carriera tra i professionisti di Pobega è iniziata nelle giovanili del Milan, nelle quali ha scalato – anno per anno – le categorie (Under), fino al 2018 dove ha iniziato ad allenarsi in prima squadra. Ma i rossoneri non avevano spazio per lui, e subito lo spediscono in prestito alla Ternana nel 2018. Un anno dopo eccolo rientrare speranzoso di poter giocare con la maglia del Diavolo, ma anche questa volta per lui è pronto un prestito: Pordenone.

E così via, nel 2020 va poi allo Spezia (sempre in prestito) e nel 2021 nel Torino, dove finalmente trova più spazi e libertà. I rossoneri iniziano finalmente a vederlo, e alla fine del prestito granata, decidono di tenerlo e integrarlo in squadra. L’idea iniziale era quella di provare a fare il lavoro che svolgeva Kessie, ma non andò proprio benissimo.

Trovò comunque buona continuità, disputando 28 partite tra Champions League, Serie A e Coppa Italia. Tre i gol segnati in quell’annata. Diverso il discorso riguardante la stagione scorsa: complice un infortunio, infatti, restò fermo per 6 mesi, riuscendo a disputare un totale di 15 partite.

AL BOLOGNA PUÒ FARE BENE?

Le stagioni disputate allo Spezia e al Torino sono state tra le migliori della sua carriera: 6 gol e 3 assist con i bianconeri in 20 partite (2020/21), e 4 gol e 3 assist con i granata in 33 partite (2021/22). Sia chiaro, al Milan non è stato disastroso, ma per il momento non ha dimostrato la qualità necessaria per poter stare così al top.

Mentre, con delle squadre con ambizioni più umili può essere titolare. Il Bologna può essere, perché no, la squadra perfetta per lui: Champions League da disputare, squadra giovane, nuovo allenatore (Italiano) che lo vuole fortemente e punta su di lui. Ecco, forse è proprio questo che più gli è mancato con Pioli, un rapporto di fiducia.

Nonostante la giovane età (25), può portare ai rossoblu quel tipo di esperienza che manca. Aver giocato e subito le pressioni che si possono passare giocando per un club come il Milan, l’avrà formato e avrà modo, prima delle partite di Champions, di caricare i suoi compagni meno esperti (nel caso ce ne dovesse essere bisogno). La gavetta l’ha pienamente portata a termine, ora sta a lui trovare la sua via, il suo club e la sua zona di comfort, dopo tanti anni passati con le valigie in mano.