La strada verso la nuova casa di Milan e Inter si fa sempre più complessa. La Gazzetta dello Sport apre la propria edizione odierna raccontando come il futuro di San Siro rimanga sempre in bilico, anche e soprattutto in seguito alla bocciatura della UEFA che smonta le possibilità di avere la finale di Champions League nel 2027. Niente garanzie da parte del Comune di Milano sul termine dei lavori entro quella data, e i club rimangono dubbiosi sul da farsi. 

Una certezza c’è: rossoneri e nerazzurri non vogliono partecipare alla ristrutturazione dell’impianto, in quanto il progetto di WeBuild non è risultato soddisfacente nei costi. Il Meazza saluta con certezza le grandi squadre meneghine, ma la Rosea si chiede se sia possibile rimanere nei paraggi della Scala del Calcio…magari costruendone uno nuovo proprio accanto. E tra referendum, costi e tempi dilatati, probabilmente nemmeno conviene pensarci: nel 2019 ci fu una proposta identica dal valore di 1,2 miliardi per tutto il rinnovamento del quartiere, stadio compreso (da 700 milioni). 

L’iter comincerebbe con la valutazione economica dell’area da parte dell’Agenzia delle Entrate, e conseguentemente Palazzo Marino chiederà la cifra considerata ai due club. Poi ci sarebbe un colloquio con la Sovrintendenza per chiarire i dubbi sui vincoli del Meazza. Il tutto si può pure fare, ma è chiaro come Milan e Inter preferiscano rispettivamente continuare sui progetti di San Donato e Rozzano dati i precedenti investimenti e incontri. 

Il quotidiano chiude affermando come in questo momento non esista un progetto concreto, ma vere e proprie idee riciclate dalle vecchie bozze: hotel, cinema, ristoranti e negozi. Certo, il quartiere di San Siro andrebbe rinnovato, ma un nuovo impianto di determinate dimensioni e con determinati costi sembra ad oggi un’impresa, seppur i club siano d’accordo nel voler ascoltare.