Alla vigilia di Torino-Milan, dopo l’eliminazione dalla Champions League, Sergio Conceicao ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole:
“Senza dubbio è una partita importante contro un avversario difficile. Nel 2025 non aveva mai perso prima del Bologna. Storicamente è una partita difficile per il Milan, dobbiamo concentrarci e fare domani il lavoro che abbiamo fatto oggi in rifinitura. La nostra finale di Champions è la partita di domani e poi le prossime.
Come sta la squadra psicologicamente? Nel calcio, nel bene e nel male, dopo una partita si ricomincia un lavoro per quella dopo. È costato a tutti, si è visto il giorno dopo e anche ieri. Oggi era diverso. Siamo più forti. Il calcio è semplice e l’ho già detto: fare gol e non prenderli. Ma dentro questa semplicità, c’è la complessità. Per arrivare a giocare a memoria a due tocchi c’è tanto lavoro a vari livelli. È importante che prendiamo tutti i dettagli e gli episodi per farli defluire dentro i giocatori. Dobbiamo continuare questa evoluzione e lavorare perché il tempo non c’è, anche per colpa nostra che potevamo essere direttamente negli ottavi di Champions. Ora dobbiamo pensare al quarto posto e alla Coppa Italia. Oggi ho visto bene i ragazzi.
Theo? Mi piacciono queste domande, sul calcio, non sul colore dei capelli, per me è uguale, basta che siano professionisti e diano tutto per il club. Su Theo ho parlato a fine partita, è un patrimonio del club, ha già dato tanto ai tifosi, lui sa di aver messo la squadra in difficoltà, abbiamo parlato già nello spogliatoio. Anche io commetto errori, è a disposizione per domani come gli altri 22.
Sono abituato, anche in Portogallo c’è una grande pressione, io come calciatore ho avuto sempre pressione, conosco la storia del Milan con tanti grandi allenatore, giocatori, dirigenti, rispetto enormemente questa storia. In questo momento, quando non si vince, in un club con questa dimensione se ne parla di più. Siamo in un momento completamente diverso rispetto a quello che ha fatto storicamente. Io ho avuto tantissime richieste e non sono andato, sono venuto qua, per me va bene così preferisco queste sfide.
Joao Felix? Il cambio che non ho fatto è stata una scelta mia, ho fatto le prime due sostituzioni come ho visto la partita. Santiago ha avuto problemi nelle ultime settimane, alla fine mi ha detto che era stanco. C’erano due possibilità, mettere Abraham o essere più mobili nelle ripartenze, ho optato per la seconda soluzione. Se mi dite che potevo fare in modo diverso, per come è andata la partita dico sì, ma dopo siamo bravi tutti a vincere le partita. Anche io.
Walker domani non è a disposizione. Per le altre scelte dipende dalla situazione di ognuno. Pulisic non ha i 90′ a livello fisico, Santi ogni giorno che passa sta meglio ma non è al top e per questo stiamo lavorando, per il modo di giocare che voglio io deve essere al top. Ho trovato tanti infortunati quando sono arrivato, qualcuno non è ancora tornato come Loftus-Cheek. Adesso è successo a Kyle. Giocando ogni tre giorni partite decisive per me e per loro. Qui al Milan quando pareggi perdi due punti. Siamo sempre sul filo e non è facile fare questa gestione, per chi sta fuori non sembra una gestione giusta ma è il mio lavoro e devo fare questo.
Mi aspetto una partita difficile a Torino, con grande intensità, loro quando hanno la palla cercano sempre di giocarla in avanti. Ci sono giocatori veloci in attacco e anche i centrocampisti molto interessanti come Ricci, con intensità e che ti mettono in difficoltà se non hai la loro stessa aggressività. Per il Milan è sempre un campo difficile quello di Torino. Bisogna stare al massimo in termini di aggressività, attenzione sulle ripartenze. È una squadra che nelle ultime partite non ha vinto spesso ma non perde neanche. Sarà una gara difficile ma noi siamo il Milan e dobbiamo prendere la partita in mano e portarla dove vogliamo noi.
Io non sono uno che fa calcoli, non mi va di pensare alla fine del campionato. Vivo le cose con intensità ogni giorno, anche a casa, la mia famiglia non è contenta di questo. Non faccio sempre bene ma sono molto appassionato, lavoriamo tanto. Penso sempre al prossimo allenamento, alle immagini che devono vedere i giocatori, questo è il mio lavoro e la mia sfida, dare il massimo ogni giorno. Oggi, 21 febbraio, sono ventuno anni dalla morte di mia madre, è stato difficile e due anni dopo ho perso mio padre. Queste sono state sfide, oggi non ho paura di niente. Si parla di pressione al Milan ma io vado per la mia strada e concentrato per quello che devo fare.
A me piace quando la squadra discute in spogliatoio, meglio dire ciò che si pensa. Delle volte con i compagni, quando dici la verità sei un vero amico. Questa verità devono averla. Io sono contento per il gruppo. Ognuno di noi dentro deve capire quando le cose vengono fatte bene e quando no. Io preferisco una brutta cosa, ma vera.
Parliamo tutti i giorni con la squadra, lavoriamo su tutti i punti che possono essere necessari per migliorare. Voi sapete qual è il problema, così come me. Quello che voglio io è giocare come i primi 50′ con il Feyenoord. Non siamo ancora al top ma stiamo molto meglio e questo mi dà fiducia per andare avanti. Dobbiamo recuperare palla con aggressività per non permettere all’avversario di andare in porta. A me piace la squadra corta, compatta e alta. Penso che abbiamo una squadra con cui possiamo fare questo tipo di gioco ma sempre con equilibrio, perché alla fine parliamo sempre di questo. Andiamo a prendere gli avversari alti ma non concedendo dietro. Fare la fase offensiva ma anche quella difensiva”.
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